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I Finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, unitamente ai colleghi del Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata di Roma hanno sottoposto a confisca beni per un valore pari a Euro 11.700.000, riconducibili a Carmine Alvaro (cl. ‘53), alias “U Cupirtuni”, reggente dell’omonima cosca di ‘ndrangheta notoriamente egemone a Sinopoli e comuni limitrofi e con importanti ramificazioni a Roma.
Il boss Alvaro, attualmente recluso presso la Casa Circondariale di Spoleto in regime di 41 bis, ricevette il “bastone del comando” da Domenico Alvaro (cl. 37) alias “Micu U Scagghiuni” il quale mantenne, tuttavia, l’importante ruolo di mentore e “consigliori” del nuovo reggente.
Il provvedimento – disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta del Procuratore Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone – è conseguente alle operazioni convenzionalmente denominate “MATRIOSKA” e “MATRIOSKA 2”, con le quali erano già stati cautelati i beni oggetto dell’odierna confisca.
I beni interessati dal provvedimento, oltre a somme in contante, sono:
1) 32 uliveti nel Comune di Sinopoli (RC) e 4 terreni nel Comune di Roma;
2) 1 fabbricato multipiano abusivo a Roma e formalmente di proprietà del Comune di Roma;
3) 1 società olivicola;
Si tratta di terreni di cui la cosca ALVARO ottenne la disponibilità non sulla base di negozi giuridici ordinari, ma sfruttando a suo vantaggio la forza intimidatrice della medesima cosca: una vera e propria espropriazione forzata, senza la corresponsione di alcuna indennità.
Le indagini avevano documentato come, pur non avendo alcun titolo formale giustificativo del possesso di tali terreni, la medesima cosca avesse addirittura percepito contributi comunitari per svariate centinaia di migliaia di euro.

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