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IL nome in codice era “Pesce” e il suo titolare era l’ex ministro Corrado Clini: è su un conto corrente cifrato in una banca svizzera che, attraverso otto bonifici, sarebbe finito oltre un milione sottratto dall’ex ministro dell’Ambiente dai fondi pubblici che il governo italiano aveva stanziato per la riqualificazione dell’area tra il Tigri e l’Eufrate, nell’Iraq devastato dalla guerra.

Sono accuse pesanti quelle che il Gip del tribunale di Ferrara Piera Tassoni rivolge all’uomo che da oltre un decennio è una delle figure chiave del ministero dell’Ambiente. Accuse documentate, nell’ordinanza con la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari, attraverso una minuziosa ricostruzione di tutti i passaggi seguiti dal denaro e che portano il giudice ad una conclusione: gli indagati, Clini in primis (che sarà sentito domani), «hanno messo in atto un complesso e sofisticato meccanismo, preordinato all’appropriazione di denaro pubblico, conseguendo ingenti profitti». Una condotta criminale «protrattasi nel tempo e “naturalmente” tesa alla ripetizione».

LA COMPAGNA ASSESSORE DI COSENZA – Dall’inchiesta di Ferrara è gemmata anche quella di Roma, nella quale l’accusa è associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. E in questo filone è indagata anche la compagna di Clini e assessore comunale a Cosenza nella giunta Occhiuto, Martina Hauser. E il movimento «Rivolta ideale», fondato dall’avvocato Michele Arnoni, ex segretario provinciale di Cosenza de La Destra, ha chiesto le dimissioni della Hauser che ha le deleghe per la Sostenibilità ambientale e le Energie rinnovabili, insieme alla Programmazione e l’ottimizzazione dell’uso delle risorse idriche. 

Insieme a lei e all’ex ministro, risultano iscritte nel registro degli indagati altre 4-5 persone. La vicenda verte su presunte provviste realizzate tramite progetti per centinaia di milioni realizzati in Cina e Montenegro. E l’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Alberto Galanti, punta a chiarire se dietro le commesse per progetti di riqualificazione di aree (per la sola in Cina sarebbero stati elargiti circa 200 milioni), si nascondano mazzette o giri sospetti di denaro. 

L’attività istruttoria in queste ore ha vissuto una significativa accelerazione con le perquisizioni, avvenute nelle stesse ore dell’arresto di Clini, svolte dagli uomini della Guardia di Finanza. I militari hanno acquisito documenti negli uffici e nell’abitazione dell’ex ministro. Le indagini riguarderebbero un arco temporale ampio, salendo a ritroso nella gestione dei progetti anche di alcuni anni. Per quanto riguarda le operazioni per il Montenegro chi indaga calcola in almeno 14 milioni di euro i fondi stanziati in favore di imprenditori. 

I SOLDI CHE FINIVANO SUI CONTI SVIZZERI – L’indagine dei pm romani si intreccia solo parzialmente con quella avviata a Ferrara, culminata con gli arresti di lunedì. I pm emiliani procedono per il reato di peculato in relazione al progetto New Eden, in Iraq, per riqualificare l’area tra il Tigri e l’Eufrate, che ottenne dal ministero dell’Ambiente italiano un finanziamento di 54 milioni di euro. Una accusa che viene spiegata nelle parole del gip di Ferrara secondo cui l’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini e gli altri indagati «hanno messo in atto un complesso e sofisticato meccanismo, preordinato all’appropriazione di denaro pubblico, conseguendo ingenti profitti». 

Per l’accusa una parte di questo denaro, circa tre milioni e duecento mila euro, furono distratti dall’ex ministro tra il 2007 e il 2011, quando ricopriva il ruolo di direttore
generale del ministero. 

Dei 54 milioni del progetto New Eden, partito nel 2003 e prorogato nel 2008, 3 milioni e 174mila euro finiscono dunque in Svizzera anziché in Iraq: 2.030.000 ad Augusto Pretner, l’imprenditore arrestato con Clini e titolare di un altro conto cifrato denominato “Sole”; 1.020.000 all’ex ministro sul conto “Pesce” e i restanti 120mila euro su un terzo rapporto bancario, “Schiavo”, intestato ad una persona morta durante le indagini. «Può affermarsi, con elevato grado di gravità indiziaria – scrive il giudice – che le somme di denaro confluite sui conti di Corrado Clini e Augusto Pretner derivano, sono parte dei finanziamenti stanziati dallo Stato italiano per la realizzazione del progetto New Eden».

“Pesce”, afferma ancora il Gip, fu aperto il 13 giugno 2005. I soldi sui 3 rapporti bancari presso la Usb Lugano Bank arrivano dai bonifici con cui Nature Iraq/Free Iraq foundation (le società che avevano firmato l’accordo per il progetto) pagavano le fatture emesse da Gbc – una società di servizi di Amsterdam che dalle indagini risulta non aver svolto attività in Iraq – nei loro confronti. Bonifici girati a Orient Invest ltd che, a sua volta, li trasmetteva alla sua controparte Collshade Eter inc: quelli destinati a Clini avevano la causale “motivazione Pesce”. Le somme, «una volta pervenute sul conto intestato a Coolshade Enterprise di Augusto Pretner – scrive il Gip – erano con un primo passaggio versate con bonifico, per il solo transito di denaro, al conto corrente Limecross Limited Tortola facente capo da un intermediario svizzero e con un secondo passaggio, nella stessa data del ricevimento, trasferite con bonifico, per pari importo ed in dipendenza del codice, su altri conti, identificati con 3 codici: Schiavo, Sole e Pesce».

Gli otto bonifici a Clini – che secondo l’accusa sono «sorretti da un castello di fatture false» che «si risolvevano in dazioni di denaro prive di reale causa lecita al solo fine di consentire il trasferimento» dei fondi «erogati dallo Stato italiano» – vengono effettuati tra il 14 ottobre 2008 e il 22 giugno 2011. I soldi, sempre secondo l’accusa, vengono poi spostati con diversi bonifici su un altro conto, gestito da Free Lance ldt presso una banca di Lugano. «Nella rogatoria – si legge nell’ordinanza – si dà conto del fatto che detta Free Lance ltd è riferibile a soggetti intermediari finanziari dediti al trasporto di valuta contante (trasporto transfrontaliero)».

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