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VIBO VALENTIA – Si occupavano di riciclare autovetture di alta gamma rubate clonando targhe e documenti per poi rimetterle in circolazione rivendendole a prezzi concorrenziali ma comunque di alto profilo. Dieci persone sono state denunciate a vario titolo dalla Polstrada di Vibo Valentia con varie accuse tra cui quella di ricettazione. Nell’ambito dell’operazione sono state, inoltre, sequestrate nel vibonese nove auto rubate e la notevole cifra di 800 mila euro. In pratica, secondo quanto emerso al momento sulla base delle indicazioni degli stessi inquirenti, l’organizzazione scoperta dalla Polstrada clonava numero di targa, telaio, certificato di proprietà e carta di circolazione delle vetture rubate per poi consentirne la nuova commercializzazione. 

I provvedimenti sono stati firmati dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, su richiesta del sostituto procuratore, Santi Cutroneo. Le indagini hanno permesso di identificare e sottoporre a sequestro nove autovetture provento di furto e di consistente valore commerciale per un ammontare complessivo di circa 800.000 euro, smascherando i dieci soggetti residenti nelle province di Catanzaro e Vibo Valentia, tutti con ruoli di procacciatori di clientela, intermediari nella trattativa, nella cessione e nella ricezione dei veicoli e dell’uso nonchè, nella produzione di atti o certificazioni contraffatti.
Gli investigatori hanno accertato che mediante la tecnica della «clonazione» i dati identificativi (numero di targa, telaio, certificato di proprietà e carta di circolazione) di auto «genuine» realmente esistenti e circolanti, venivano utilizzati e replicati per ricostruire, in laboratorio, un’identità, nuova e pulita alle auto rubate, consentendo ai truffatori di aggirare i controlli delle forze di polizia, facendo così passare inosservate le auto provento di furto. Ogni veicolo illecitamente commercializzato, veniva preventivamente corredato da un certificato di proprietà o rubato in bianco e fraudolentemente intestato ad uno degli attori principali del sodalizio, oppure, ottenuto mediante l’esibizione al Pra o presso studi di consulenza automobilistica di dichiarazioni di vendita unilaterali di veicoli, falsificate.

I provvedimenti sono stati firmati dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, su richiesta del sostituto procuratore, Santi Cutroneo. Le indagini hanno permesso di identificare e sottoporre a sequestro nove autovetture provento di furto e di consistente valore commerciale per un ammontare complessivo di circa 800.000 euro, smascherando i dieci soggetti residenti nelle province di Catanzaro e Vibo Valentia, tutti con ruoli di procacciatori di clientela, intermediari nella trattativa, nella cessione e nella ricezione dei veicoli e dell’uso nonchè, nella produzione di atti o certificazioni contraffatti.Gli investigatori hanno accertato che mediante la tecnica della «clonazione» i dati identificativi (numero di targa, telaio, certificato di proprietà e carta di circolazione) di auto «genuine» realmente esistenti e circolanti, venivano utilizzati e replicati per ricostruire, in laboratorio, un’identità, nuova e pulita alle auto rubate, consentendo ai truffatori di aggirare i controlli delle forze di polizia, facendo così passare inosservate le auto provento di furto. Ogni veicolo illecitamente commercializzato, veniva preventivamente corredato da un certificato di proprietà o rubato in bianco e fraudolentemente intestato ad uno degli attori principali del sodalizio, oppure, ottenuto mediante l’esibizione al Pra o presso studi di consulenza automobilistica di dichiarazioni di vendita unilaterali di veicoli, falsificate.

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