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POTENZA – «Consumavo la droga assieme a Vito Di Lascio, che all’epoca era assessore della Provincia di Potenza e il mio dirigente».

Sono le parole di un membro della sua segreteria raccolte in un verbale agli atti dell’inchiesta per cui lunedì mattina sono finiti in carcere due potentini, Maurizio Finzi (45) e Francesco Triani (43), assieme ai fratelli Andrea e Massimiliano Gigi di Terzigno, che erano i loro rifornitori.

A fare per primo il nome di Di Lascio, già capogruppo della Margherita in Consiglio provinciale, poi nominato assessore nella giunta Pd di Piero Lacorazza, e da ultimo candidato alle scorse regionali con il Pdl è stato proprio il suo ex collaboratore.

A gennaio del 2011 era ancora in servizio con lui in Provincia, prima che scoppiasse il caso dei rimborsi per i rifornimenti di benzina che l’assessore effettuava nel distributore di famiglia.

Ed è proprio allora che gli investigatori hanno intecettato diverse telefonate con uno degli spacciatori finiti nell’inchiesta per cui lunedì sono scattate le manette.

Per capire il tenore delle loro conversazioni non c’è voluto molto. Così lo hanno chiamato e il “portaborse” ha ammesso di aver acquistato droga in svariate occasioni. «Mi portava lo stupefacente al bar che si trova nei pressi della Provincia di Potenza». Hanno messo a verbale i carabinieri guidati dai comandanti del Reparto operativo e di quello investigativo dei Carabinieri: i capitani Antonio Milone e Francesco Mandia.

Poi varcava le colonne del palazzo del Governo e raggiungeva il suo capo con cui avrebbe consumato la cocaina.

Dopo l’arresto e il pentimento di Antonio Cossidente e di Savino Giannizzari la piazza dello spaccio di droga, per un po’, è rimasta terreno di nessuno. A fiutare l’affare a quanto emerso dall’inchiesta coordinata dal pm Francesco Basentini sarebbe stato Maurizio Finzi – nell’ambiente conosciuto con il soprannome di Jack Daniel’s perché amante di quella marca di whisky – che, dopo essere entrato in contatto con i fratelli Gigi Andrea e Gigi Massimiliano – entrambi di Terzigno in provincia di Napoli – ha deciso che poteva prendere in mano le redini del traffico di droga.

La collaborazione tra il gruppo campano e quello lucano, secondo gli investigatori, è cominciata in carcere: quella di Terzigno, infatti, è un’area nuova per i compratori della Basilicata, che in passato si sono sempre riforniti a Scampia o a Secondigliano.

E se Maurizio Finzi, 46 anni, assumeva per sé il ruolo di capo dell’associazione a delinquere dedita al traffico e allo spaccio di cocaina – i fratelli Gigi erano i fornitori – Francesco Triani, 43 anni, diventava il suo braccio destro. A lui il compito di vendere la cocaina a quei clienti abituali rimasti orfani di Cossidente.

Per loro lunedì il Luigi Spina ha emesso quattro ordinanze di misura cautelare – tre in carcere e una ai domiciliari – per traffico di ingenti quantità di cocaina. In più risultano per altre sei persone tutte residenti a Potenza o nel suo hinterland erano state richieste misure cautelari ma il gip non ne ha ravvisato l’esigenza: Giuseppe Fontini, Gianfranco Gallicano, Fabio Musolino, Anastasio Pane, Gregorio Troiano e Andrea Brienza. Poi ci sono altri 8 indagati a piede libero per singoli episodi di cessione.

La cocaina, venduta nel capoluogo a 120 euro al grammo, veniva acquistata in grossi quantitativi a Terzigno dai fratelli Andrea e Massimiliano Gigi.

A fare il carico, ogni dieci giorni, proprio Maurizio Finzi che in alcuni casi pagava la merce subito e in altri attraverso vaglia veloci – diciotto quelli documentati nel periodo compreso tra l’aprile del 2010 e il febbraio del 2011 – a parziale saldo o in alcuni casi come acconto per le prossime partite di coca da prelevare.

Una volta che la droga arrivava a Potenza veniva data a Francesco Triani che si occupava di spacciarla passandola ai suoi rivenditori.

l.amato@luedi.it

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