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VIBO VALENTIA – La Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha confiscato beni mobili ed immobili per un valore complessivo di oltre  5 milioni  di euro riconducibili  ad Antonio Mancuso, 73enne di Limbadi, sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, uno dei capi carismatici della nota cosca Mancuso di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, noto come zio ‘ntoni. Il provvedimento di confisca,  adottato dal Tribunale di Vibo Valentia,  rappresenta una conferma  della solidità delle investigazioni patrimoniali a suo tempo esperite e poi confluite nella proposta redatta a firma del direttore della Direzione Investigativa Antimafia,  in quanto colpisce  gli stessi cespiti (73 appezzamenti di terreno, 6  fabbricati ed alcuni rapporti bancari,) già sequestrati nel giugno dello scorso anno. D’altronde, grazie alle indagini della Dia, sotto la guida del direttore Alfonso D’Alfonso, è stato possibile appurare che dal 1989 ad oggi l’uomo non ha mai dichiarato alcun reddito, se non per importi irrisori.

Il provvedimento evidenzia che Mancuso “sarebbe personaggio ben inserito negli ambienti criminali operanti nella provincia di Vibo Valentia, ove è ritenuto un elemento verticistico, e risulterebbe tra i personaggi più carismatici della cosca Mancuso di Limbadi, i cui interessi, com’è noto, sono rivolti anche verso altre regioni d’Italia e persino all’Estero”. 

Proprio rispetto ai redditi dichiarati da Mancuso, il tribunale di Vibo Valentia ha evidenziato che “si tratta in definitiva di capacità reddituali inidonee a giustificare gli investimenti societari ed immobiliari direttamente o indirettamente riconducibili.  Anche volendo considerare i redditi dichiarati dalla moglie – scrive il giudice nel provvedimento di confisca – la difesa non ha comunque allegato alcunché per dimostrare che quelle disponibilità monetarie siano poi confluite realmente nell’acquisto degli immobili in sequestro anche in applicazione della massima di esperienza che vuole il denaro lasciare traccia dei propri movimenti, non è possibile, in assenza di adeguata documentazione, ritenere che le capacità finanziarie (anche quelle documentate dalla difesa) siano confluite nell’acquisto degli immobili dei quali viene richiesta la confisca alla luce della sproporzione tra il reddito percepito dal proposto nel corso degli anni ed il valore degli stessi”. 

 

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