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CON sei condanne e dodici rinvii a giudizio si è chiusa oggi a Torino l’udienza preliminare dell’inchiesta “Colpo di Coda”, che riguarda la presenza della ‘ndrangheta in Piemonte. Le pene, inflitte al termine di un rito abbreviato, sono comprese fra i sei anni e i dieci anni e otto mesi di reclusione. Gli imputati che hanno scelto l’ordinario saranno processati a partire dal 25 novembre. In “Colpo di Coda” viene trattata la presunta formazione di “locali” (le cellule territoriali della ‘ndrangheta) nelle zone di Chivasso, in provincia di Torino, e Livorno Ferraris, nel Vercellese. Un’impostazione che gli avvocati difensori respingono. 

ANCHE LA POLITICA LEGATA ALLE ‘NDRINE. L’operazione condotta dai carabinieri, denominata ‘Colpo di coda’, riguarda le presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nella zona di Chivasso (Torino), dove di recente quattro pregiudicati sono stati raggiunti da colpi d’arma da fuoco. In alcuni passaggi dell’ordinanza di custodia cautelare – spiccata dal gip Giuseppe Salerno su richiesta del procuratore aggiunto Sandro Ausiello e dei suoi sostituti Roberto Sparagna e Monica Abbatecola – sono riportati rapporti tra una locale cellula della ‘ndrangheta e il mondo politico della zona. 
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