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La Giornata mondiale del libro e dei diritti d’autore, celebrata il 23 di aprile dal 1996, non può che essere caratterizzata, quest’anno, dal tributo universale allo scrittore colombiano Gabriel Garcia Marquez: Gabo, recentemente scomparso, del quale si sono svolti ieri i funerali, uno dei più grandi e amati narratori del nostro tempo, premio Nobel per la letteratura nel 1982 e divenuto immortale con “Cent’anni di solitudine”. Perché nell’era della comunicazione digitale, del testo immediato da chat o sms e di quello ermetico in stile Twitter, il linguaggio si fa segno ed immagine a mo’ di sintesi estrema, preludendo ad un futuro remoto di ritorno ad una sorta di simbologia paleolitica, nella quale gli emoticon sostituiscono le pitture rupestri: mentre la nostra società avrebbe probabilmente bisogno di tempi e modalità produttive, relazionali e comunicative meno frenetiche e talora effimere, magari scandite dalla lettura di un giornale o di un libro, e di sapersi raccontare attraverso la lente del realismo magico, la cui amara ironia avrebbe un profondo significato catartico e la carica immaginifica una funzione ispiratrice di mondi migliori possibili da scrivere, disegnare, leggere e costruire. 

Purtroppo l’Italia – qualche anno fa il ministro Tremonti sosteneva che con la cultura non si mangia, pur avendo a disposizione più della metà del patrimonio artistico mondiale dell’UNESCO, sic! – non è un paese in cui si legge molto e, nella speciale classifica stilata dall’ISTAT, la Basilicata fa registrare il dato peggiore quanto alla presenza di libri in casa: il report, diffuso a fine 2013 come relazione di sintesi di due differenti indagini condotte dall’istituto di statistica su aspetti della vita quotidiana e della produzione libraria, si basa su dati del 2012 ed evidenzia nelle regioni meridionali una media di abitudine alla lettura nettamente inferiore a quella nazionale, che si attesta al 43%, con la nostra regione ferma ad un misero 30,9%; nel 21,5% delle case lucane, dato ancora più sconcertante, non c’è neanche un libro che non sia un testo scolastico. 

La relazione conferma che la disponibilità di una biblioteca domestica rappresenta un’opportunità per favorire la lettura, ma si tratta di una condizione necessaria e non sufficiente: a fronte di un 20% di famiglie che possiede più di 100 libri in casa infatti, la Basilicata svetta anche per il numero di non lettori, di coloro che acquistano libri per riporli semplicemente sugli scaffali domestici,  con una stima del 66,9%. I dati sul consumo di libri digitali suggeriscono invece un’istantanea differente e solo apparentemente contradditoria: se in Italia il 5,2% delle persone dichiara di non avere in casa nessun libro ma di aver letto o scaricato libri digitali, la Basilicata si afferma come prima regione per lettura di e-book con il 20,8% di media trimestrale; una percentuale apprezzabile che acquista maggiore rilievo considerando che il 25,8% del totale degli internauti che effettua acquisti di merci e sevizi online ha anche comprato e-book. 

La Basilicata dunque, terra analogica dal punto di vista geografico-infrastrutturale e storico-culturale, appare sorprendentemente un po’ come il Giappone d’Italia; nell’Impero del Sol Levante il rapporto tra cartaceo e digitale pende decisamente in favore del secondo termine, come dimostra il mercato editoriale di questo settore in continua crescita, e la maggioranza della popolazione è abituata a leggere di tutto su terminali sempre più piccoli e portatili: dai quotidiani ai romanzi, dalle riviste specializzate ai celebri Manga. Alcuni utilizzano addirittura i propri orologi da polso, come nei film di fantascienza o nei cartoni animati degli anni ottanta, e molte sono le città in cui la festa del libro sarà celebrata con applicazioni da sfogliare sui propri tablet o smartphone, acquistando in stile e maneggevolezza forse, ma perdendo certamente qualcosa, come il profumo dell’inchiostro stampato o la piacevolezza di accarezzare una pagina. In Basilicata invece non mancano le iniziative a sostegno dell’editoria classica, messe in atto da piccole realtà produttive che si caratterizzano per qualità, originalità e intraprendenza: tra queste la casa editrice ediGrafema di Policoro, la Libreria Professionale e la Libreria Kiria di Potenza, il Parco Letterario Carlo Levi di Aliano, un unicum nel panorama culturale italiano.

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