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POTENZA – Fu così che la bomba esplose. Da venerdì chiudono le scale mobili di Santa Lucia, ponte attrezzato più lungo d’Europa. Le altre subiranno una riduzione oraria consistente, restando in servizio dalle 7 e15 alle 14 e 30 e dalle 15 alle 21. Voci in merito – anticipate anche da Il Quotidiano – circolavano già da un paio di mesi, ma mai nessuno dall’amministrazione comunale aveva avuto il coraggio di confermare o smentire. La notizia è il colpo di grazia per i lavoratori Cotrab, sul filo del rasoio da tempo ormai, da quando cioè, con un atto in autotutela, il Comune di Potenza annullava completamente il piano di esercizio vigente della vecchia amministrazione comunale per redigerne uno del tutto nuovo, con un taglio inizialmente di 700 mila chilometri su gomma, diventati poi più di 2 milioni.

Un taglio che per l’amministrazione ha significato riduzione dei costi economici – in particolare di 1 milione e 700 mila euro per la chiusura del ponte – ma che per i lavoratori significa perdita del posto di lavoro. Le lettere di licenziamento non sono ancora arrivate ma probabilmente sono in fase di sottoscrizione proprio in queste ore. Il 2 febbraio, intanto, scade anche il contratto di servizio con il Cotrab, che non paga i suoi dipendenti già da tre mesi. Cosa succederà ai circa 50 dipendenti delle scale mobili? Ferie forzate fino alla fine del contratto e poi licenziamento.
Per la loro categoria, infatti, non esiste né cassa integrazione, né mobilità. Forse uno spiraglio potrebbe apririsi con nuove risorse finanziarie regionali, spiegano alucni lavoratori che ieri hanno occupato l’aula consiliare durante l’incontro convocato con i sindacati dalla VI Commissione.

Ma le dimissioni del sindaco De Luca mettono ancora altra carne a cuocere: l’iter avviato per il nuovo bando di gara per l’affidamento del servizio potrebbe potrarsi ulteriormente. Allora, per tamponare l’urgenza, ancora una volta, la scelta potrebbe essere quella di affidarlo in proroga al Cotrab per altri mesi, il tempo necessario per indire il nuovo bando oppure rinegoziare il contratto con un altro gestore. Ovviamente mantenendo in servizio i lavoratori che, al momento, sono in fase di agitazione e insieme ai sindacati stanno valutando la possibilità di bloccare tutto. Afferma in proposito la Cgil: «Questo è solo l’ultimo di una lunga e recente serie di atti di irresponsabilità e schizofrenia amministrativa, che stanno connotando l’azione di questa giunta. Solo pochi giorni fa con il presidente Pittella, era stato definito collegialmente di costituire un tavolo tecnico per ricercare soluzioni che potessero salvaguardare i livelli occupazionali e per il riequilibrio economico del bilancio del Comune di Potenza. Ad una situazione così complessa non si può, infatti, rispondere semplicemente con pesanti e drammatici tagli». Al provvedimento si arriva anche e non solo per la questione di carattere economico. E’ infatti in atto un contenzioso con la ditta Kone che cura la manutenzione degli impianti. Dall’8 gennaio la stessa ditta, attraverso i suoi legali, aveva sospeso il servizio a causa del credito avanzato di 240 mila euro. Una delle tanti contraddizioni della vicenda Cotrab. Il primo affidamento del servizio al consorzio risale 2005 quando veniva affidato per sei mesi con un corrispettivo di circa 3 milioni e mezzo di euro. Alla scadenza nessuna gara è stata mai bandita dal Comune, ma si è proceduto sempre al rinnovo dell’affidamento del contratto, nonstante i costi, oggi pari a circa 16 milioni l’anno. A ciò si aggiungono le “strane” assunzioni attraverso la Tempor, oggi anche oggetto di un’indagine giudiziaria insieme all’acquisto di beni e alcune operazioni come il restayling di autobus comunali prima della loro rottamazione. A spese dei lavoratori, vittime comunque di un sistema, e dei cittadini. I primi a criticare la scelta della chiusura è la Rete degli studenti Medi di Potenza: «È evidente che si tratti di un enorme passo indietro. Il comune deve rivedere le sue scelte».

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