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COSENZA – Il vicesindaco e assessore al Bilancio del Comune di Cosenza Luciano Vigna ha rimesso il suo mandato nelle mani del Coordinatore regionale del Pdl Giuseppe Scopelliti. Nell’assumere questa decisione Vigna ha spiegato di aver «inteso rimettere il mio mandato nelle mani del coordinatore regionale del Popolo della Libertà. Sono convinto che solo attraverso un confronto diretto tra il presidente Scopelliti ed il sindaco Occhiuto, si potranno individuare percorsi di superamento dell’attuale fase di stallo politico all’interno della maggioranza. A Scopelliti, che due anni fa ha inteso indicarmi al sindaco Occhiuto in qualità di assessore tecnico di area Pdl, consegnerò simbolicamente, insieme al mio mandato, il lavoro svolto sino ad oggi con entusiasmo e professionalità al servizio della città».Posizione diversa per quanto riguarda, invece, l’assessore alla Scuola, Marina Machì, che ha da parte sua precisato di apprendere «dai quotidiani che il Pdl ha preso la decisione di ritirare la sua delegazione dalla giunta Occhiuto e che dunque sono attese, oltre a quelle del collega Vigna, le mie dimissioni». Ma l’assessore Machì non pare d’accordo e infatti aggiunge che «vorrei ricordare che sono stata indicata, sulla base di un curriculum, dalla Lista Scopelliti e che sono espressione dell’apertura alla società civile della Lista Scopelliti di Cosenza. Il Sindaco di Cosenza mi ha delegata a occuparmi di alcune questioni inerenti la scuola e la coscienza civica. Si tratta di un lavoro che ritengo ben avviato, suffragato da diffusi segnali d’incoraggiamento e dalla mancanza di elementi di sfiducia. Per non eludere poi un piano più politico, mi limito ad una semplice considerazione: trovo preoccupante che in questi tempi di ripensamento della forma-partito prevalga la logica di appartenenza e non la valutazione del merito, dell’operato in una pubblica amministrazione. Non è strano che in campagna elettorale i partiti inneggino alla società civile e che alla prima difficoltà sia proprio quella a farne le spese? Così si fa bella figura prima e una figura barbina subito dopo».   «Per questo – conclude la Machì – auspicherei, in ogni caso, che la richiesta di dimissioni non avvenisse per motivi che trascendono la valutazione del mio operato e l’interesse della città». 

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