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Tano Grasso, il presidente onorario della Fondazione antiracket, lascia, dopo 18 mesi, l’incarico di assessore alla Cultura nella Giunta comunale di Lamezia Terme, guidata dal sindaco di centrosinistra Gianni Speranza. «Sono giunto alla conclusione – ha detto stamani in una conferenza stampa – che non ci sono le condizioni per portare avanti la guerra. Non ho gli strumenti adatti per poter continuare».
Grasso, il commerciante siciliano di Capo d’Orlando (Messina) che con le sue denunce contro il racket delle estorsioni ha creato le premesse per la nascita di un movimento in Sicilia che ha portato alla fondazione delle prime associazioni antiracket fatte da imprenditori, è stato irremovibile anche di fronte all’intervento del sindaco, che giunto in conferenza stampa lo ha invitato a «ripensarci». La risposta dell’ex componente la Commissione parlamentare antimafia e primo firmatario della proposta di legge contro l’usura, è stata lapidaria: «le mie dimissioni sono irrevocabili».
«In questi 18 mesi – ha detto Grasso – la questione che più di tutte mi ha pesato ed è uno degli elementi delle mie dimissioni, è che non siamo riusciti a costruire una sintonia tra il progetto culturale pensato ed il modo di come la macchina del Comune si è mossa. C’è stato, sostanzialmente, un rapporto distonico ed è un problema che ora rimane a tutti voi». Grasso ha fatto riferimento anche ad un articolo apparso su Repubblica a firma di Corrado Augias, nel quale il giornalista criticava l’operato di Grasso, in modo particolare per quanto riguarda i finanziamenti all’associazione culturale Ama Calabria, con la quale da mesi l’assessore è in forte polemica.
«Si è fatta una scelta strategica – ha detto Grasso – per la politica culturale di questa città e non la si è fatta di nascosto. Abbiamo scelto di privilegiare iniziative tipo Capusutta e Trame. In un contesto di seri tagli, il Comune non può rinunciare ad una sua autonomia. Quando sono arrivato ho trovato una situazione cristallizzata nella quale erano sempre gli stessi che partecipavano, usufruivano e gestivano i finanziamenti comunali. Purtroppo era come se la politica culturale del Comune venisse delegata a queste associazioni ed invece per far crescere culturalmente Lamezia bisogna aprire i recinti e far entrare aria fresca». «Non fuggo – ha concluso Grasso – perchè mi sono spaventato di Augias, anche se è chiaro che in questa battaglia ho un fucile ad acqua e lui ha una batteria. Il problema politico è la macchina del Comune che non funziona». Grasso, infine, ha annunciato che formalizzerà le sue dimissioni la settimana prossima per avere il tempo ri rispondere ad Augias in qualità di assessore del Comune di Lamezia.

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