X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

I lavoratori calabresi delle comunità montane sono scesi in piazza ieri a Catanzaro, davanti alla sede della Giunta regionale per reclamare i loro stipendi. I dipendenti delle venti Comunità Montane che non ricevono alcuna retribuzione da ben sei mesi, si sono presentati in piazza armati di fischietti e bandiere e accompagnati dal segretario regionale della Cgil Sergio Genco e dal segretario regionale Fp-Cgil Alfredo Iorno. La protesta ieri mattina alla luce dell’abolizione nel 2010, da parte del Governo centrale, del “Fondo Consolidato” che serviva proprio per finanziare le Comunità Montane, e per la quale, infatti, la Regione Calabria ha garantito il pagamento del tabellare e comunque, con una copertura finanziaria (di circa ottomilioni di euro) che è arrivata solo fino al mese di Febbraio di questo anno.
«Oggi si sono mobilitate tutte le 20 Comunità Montane della regione, con tutti i 416 dipendenti a tempo indeterminato che sono ripartiti in esse». – ha sottolineato Iorno per proseguire – «Siamo qui perché il Governo nazionale ha abolito il finanziamento alle Comunità Montane e le conseguenze di questa scelta sono palesi poichè, mentre le altre regioni italiane hanno provveduto a prendersi carico del problema prevenendo i tanti disagi (come quello ad esempio della retribuzione degli stipendi), in Calabria ciò non è avvenuto e la Regione si è in parte fatta carico degli stipendi. Copertura dei quali, per il bilancio regionale, è arrivata solo fino al mese di febbraio 2011. Ciò significa che non c’è più il finanziamento o non basta più a coprire per intero tutti gli stipendi, e sono molti i dipendenti che da oltre cinque mesi non si vedono corrisposti più né lo stipendio né la tredicesima. Noi chiediamo che venga fatta una legge con la quale si sistemi una volta per tutte in maniera definitiva la situazione delle Comunità Montane, che assegni ruoli e funzioni, senza creare, come previsto nella legge, uno stato confusionale sul territorio specialmente per quanto riguarda la sovrapposizione di competenze. Dall’incontro con il prefetto e con un funzionario della Regione ci aspettiamo risposte serie e concrete».
«La Calabria non può permettersi il “lusso” di perdere un solo posto di lavoro, e qui ne sono a rischio ben 450, tra dipendenti a tempo indeterminato e dipendenti a tempo determinato» – ha subito dopo aggiunto Genco che ha aggiunto subito dopo – «Questa di oggi non è solo una vertenza della categoria, ma è una vertenza dell’intera Cgil regionale che è sempre accanto ai lavoratori. L’azzeramento di tutti i fondi previsti ha creato una sorta di stato di incertezza, nel personale dipendente, che deriva proprio dalla mancata individuazione del soggetto istituzionale che si deve fare carico dei relativi oneri. E’ per questo che ci occorrono al più presto delle risposte concrete da parte del Governo regionale che ad oggi non sono ancora arrivate; Governo che ha fatto passare troppo tempo senza arrivare ad una soluzione efficace per tutti questi lavoratori. L’iniziativa di oggi, prima in Prefettura e subito dopo a palazzo Alemanni, ha il significato di voler “costringere” la Regione a voler procedere in un modo spedito salvaguardando i diritti dei lavoratori, dando loro una funzione vera».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE