X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

MATERA – Sarà un passaggi storico, che chiarirà una volta per tutte modalità e politiche di tutela di un luogo del tutto particolare come i Sassi.
La politica del “lasciar fare” finora ha prodotto molti danni ed è arrivato il momento di mettere un punto fermo. Ci ha pensato il Soprintendente ai Beni architettonici e paesaggistici lucani, Francesco Canestrini che a Matera ha dedicato più volte la sua attenzione.
Dietro le spalle c’è la legge 771 del 1986 che dettò norme sulla conservazione e il recupero dei Sassi, un vademecum che negli anni è diventato lettera morta e che oggi la Soprintendenza riprende, dettando parametri oltre i quali non si più andare.
Lo ha fatto costituendo un gruppo di lavoro composto prevalentemente da geometri (ma all’occorrenza anche da personale della Soprintendenza e del Comune .ndr) che effettuerà visite ispettive nei cantieri degli antichi rioni. Le modalità di questa attività , che prenderà il via nei prossimi giorni, le illustra l’architetto Biagio Lafratta della Soprintendenza di Matera.
«C’è molta attenzione per la tutela dei sassi, la loro valorizzazione, il mantenimento delle caratteristiche del contesto. Ci siamo resi conto – prosegue – che in questi anni è mancato il controllo, che è il momento di cambiare le storture e le situazione che risalgono al periodo precedente alla riqualificazione».
I Sassi sono stati suddivisi in quattro zone, nelle quali si muoveranno coppie di geometri. «Non sarà un’azione repressiva ma, al contrario, una forma di collaborazione nei confronti di cittadini, imprese, professionisti ai quali è il caso di ricordare che ci si trova di fronte a una realtà di elevato valore storico, architettonico e urbanistico. Nel corso di alcuni incontri che abbiamo svolto con i geometri – prosegue Lafratta – abbiamo affrontato aspetti legati all’approccio. Un accordo con il Comune consentirà di avere un’attività complessiva laddove ci saranno casi di particolare gravità. I cittadini in prima persona, devono comprendere che i Sassi sono una realtà unica. Vivere in questi rioni o aprire un’attività commerciale, impone una serie di regole che vanno rispettate». Dagli infissi al rispetto delle strutture esterne, fino ai particolari degli impianti di illuminazione, i casi su cui soffermarsi non mancano.
«A volte si tratta anche di piccoli interventi che mettono in evidenza problemi come quello, ad esempio, del condizionamento; studieremo un sistema che eviti un impatto molto forte. Penso anche alla pavimentazione che viene utilizzata con tipologie diverse oppure il numero civico, un dettaglio che però non è secondario».
Dal Caveoso al Barisano, i geometri verificheranno innanzitutto lo stato dei progetti approvati dalla Soprintendenza. «Vogliamo comprendere se le prescrizioni che abbiamo indicato, sono state rispettate. In molti casi, purtroppo, non è accaduto perchè qualcuno è abituato a muoversi a briglia sciolta». Le ispezioni riguarderanno anche i progetti approvati dall’amministrazione comunale, grazie all’elenco dei permessi accordati.
«E’ fondamentale anche la collaborazione con i professionisti – prosegue l’architetto Lafratta – un confronto preventivo impedisce errori successivi, tempo e denaro spesi inutilmente».
Le tariffe sono un altro problema: «Il prezziario dei Sassi – spiega ancora – non va più bene, i costi del lavori sono diversi. La Soprintendenza, comunque, non vuole perdere gli elementi architettonici, il piccolo stemma, gli aspetti identificativi. Chi vive e chi lavora nei Sassi deve comprendere che non si possono più utilizzare questi rioni come si è fatto finora, penso ad esempio al Piano del colore che non è stato mai applicato. Nell’Ufficio Sassi c’era una vera e propria tavolozza dei tufi con i colori che si potevano utilizzare. La stessa cosa si può dire sul Piano del colore del centro storico. Le unità abitative originarie, poi, non rimangono più tali ma dal punto di vista del trattamento esterno, si tende ad unirle, invece non dovrebbe essere così. Bisogna compiere piccoli passi perchè si tratta di un passaggio molto importante, ma si deve cominciare».
La Soprintendenza dovrà operare anche in tema di misure da adottare nei confronti di chi ha “esagerato”.
«Purtroppo c’è spesso la tendenza a lasciar correre, ma sapere che da oggi c’è un controllo, credo sia importante. Lo abbiamo fatto già l’anno scorso con l’occupazione di suolo pubblico per le pedane. Ci eravamo resi conto che noi dicevamo una cosa e poi veniva realizzato altro. Per questo il confronto preventivo è necessario».

a.ciervo@luedi.it

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE