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POTENZA – Per la “dama nera” degli appalti e delle mazzette all’Anas, bisognava «terrorizzare» il collega in ambasce per il crollo di un viadotto appena inaugurato, in vista della sua audizione di fronte alla commissione Trasporti del Senato. Col «cannolo» e «Maggiotta» lui non doveva azzardarsi nemmeno a parlare. Dice proprio così: «terrorizzare».

E’ quasi del tutto coperto da “omissis” il capitolo politico dell’inchiesta sulla «cellula criminale» annidata nella più grande stazione appaltante italiana. Ma gli investigatori delle Fiamme gialle sembrano convinti di aver «accertato» come la “dama nera” Antonella Accroglianò, e colleghi «si attivassero con i senatori Maurizio Gasparri, Altero Matteoli, Salvatore Margiotta e l’onorevole Marco Martinelli per tentare e riuscire a limitare le eventuali ripercussioni che avrebbero potuto riguardare l’assetto strutturale dell’azienda e quindi gli incarichi ricoperti dagli stessi anche a seguito del crollo del viadotto Scorciavacche in Sicilia, del 30 dicembre scorso».

Il passaggio decisivo sarebbero state proprio le audizioni di fronte all’ottava commissione del Senato, presieduta da Matteoli, dove compare anche il lucano Margiotta.

Tant’è vero che di fronte alle prime notizie di stampa a riguardo, pubblicate sui principali giornali nazionali, è stato proprio il parlamentare a rivendicare la correttezza del suo operato in quella sede. Ribadendo di aver avuto solo «relazioni istituzionali con i vertici di Anas; rapporti improntati all’assoluta e reciproca correttezza, com’è facilmente riscontrabile in tutti gli atti parlamentari». In più ha aggiunto di «non conoscere, di non avere mai incontrato e di non avere mai interloquito con la dottoressa Antonella Accroglianò».

Il brogliaccio della conversazione captata dagli investigatori il 13 febbraio, tra la “dama nera” e una sua collega, non smentisce le parole del senatore. Ma non preclude l’ipotesi che la Accroglianò e i suoi amici siano riusciti comunque ad “agganciare” Margiotta. Magari attraverso una terza persona non meglio precisata, che ha “coperto” i suoi refenti all’interno della società del Ministero dei trasporti.

Che la “dama nera” utilizzasse questo tipo di accortezze era emerso anche qualche giorno prima. Quando il politico da agganciare era un altro, ma lucano proprio come Margiotta.

Per parlare con «Pittella», non si capisce bene se l’europarlamentare Gianni o il governatore lucano Marcello, si sarebbe mosso l’ex sottosegretario Luigi Meduri, tuttora ristretto ai domiciliari. Per fare un discorso «più complessivo… in quanto… se lo chiamo ora su ‘sta cosa mi pare riduttivo… Ci parlo io politicamente»

Quello strano protocollo sarebbe stato condiviso dalla “dama nera”, rinchiusa nel carcere di Rebibbia, che voleva lamentarsi dell’operato di un collega, sempre lucano, a capo dell’ufficio personale.

Nei giorni scorsi, dopo aver annunciato l’intenzione di collaborare con la giustizia, Antonella Accroglianò ha iniziato rispondere alle domande degli inquirenti. 

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