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POTENZA – Per la direzione dell’Università i criteri adottati nelle preselezioni sono stati troppo rigidi. Per i “corvi” c’è un intreccio di interessi inestricabile e perverso, fatto di commissioni  e raccomandazioni incrociate. Ma il risultato è lo stesso: a questo punto è difficile che il concorso bandito a settembre dall’Unibas per la selezione di un amministrativo di categoria D faccia ancora molta strada.

Sembra una ripetizione in piccolo dello scandalo esploso alla fine di ottobre, con i plichi inviati ai giornali sulla selezione dei 50 tecnici Po Fesr, quello che sta accadendo nell’ateneo lucano.

Nei giorni scorsi, un esposto molto dettagliato è stato inviato anche alla redazione del Quotidiano della Basilicata con un’articolata denuncia su tre selezioni in corso che vedrebbero.

La prima è la più nota, per un posto di amministrativo di categoria D, dato ha visto poco meno di 200 candidati confrontarsi  con un test a risposta multipla da cui soltanto in 5 sono usciti con un voto superiore alla soglia dei 7/10 prevista dal bando.

Ma tra questi ci sarebbe la figlia del presidente di altre due commissioni per altri due posti di categoria superiore messi a concorso nelle scorse settimane. Più un collaboratore precario dell’ateneo in cui prestano servizio due membri su tre della prima commissione. Se poi si aggiunge che questi ultimi tra loro sembrerebbero “legati” da una brutta storia per cui l’uno sarebbe stato “assunto” dall’altro copiando le risposte ad alcuni quiz da una dispensa a sua firma, il quadro che ne viene fuori è a dir poco sconsolante.

Il “corvo”, dimostra di essere molto addentro alle cose dell’ateneo, e non si ferma al nome del possibile vincitore del concorso per quel posto di categoria D. Disegna uno schema per cui una volta aggiudicato il concorso potrebbero partire selezioni in mobilità riservate proprio al personale già “assunto” in altri atenei d’Italia, inclusi quelli di provenienza dei membri delle commissioni incrociate (Perugia e Benevento).

Così potrebbe partire lo scorrimento della graduatoria fino ad accontentare anche gli altri “raccomandati” e far contenti un po’ tutti.

Di più aggiunge i nomi dei possibili vincitori delle selezioni per quei posti di categoria superiore, che in totale sono tre. Poi annuncia altre lettere per spiegare anche in questo caso parentele e complicità insospettabili «documentate» a suo dire, ma non si capisce bene.

Quello che è certo invece è che l’aria di burrasca è arrivata anche negli uffici della direzione generale dell’Unibas, da dove la settimana scorsa – prima che gli intrecci e le parentele fossero messe allo scoperto sul sito d’informazione online Basilicata24 – sarebbe partita una lettera al presidente della commissione d’esame per quel posto di amministrativo.

Quelle sollevate al suo interno non sarebbero soltanto questioni legate alla eccessiva selettività dei test effettuati, ma anche di opportunità e financo di legittimità dell’operato della commissione. Quale sia la replica ancora non è stato ufficializzato ma a quanto pare le dimissioni dei due membri della commissione provenienti dallo stesso ateneo sarebbero già sul tavolo del direttore generale Lorenzo Bochicchio.

l.amato@luedi.it

 

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