X
<
>

Condividi:
7 minuti per la lettura

 

di LEO AMATO
POTENZA – La denuncia non è ancora partita perché ieri c’erano incombenze più urgenti da sbrigare. Ma le carte della selezione ormai sono sigillate. Resta solo da capire se verranno consegnate in Procura prima che sia questa a provvedere a sequestrare tutto. 
Non sono passate inosservate nemmeno tra i più esperti investigatori di “mala amministrazione” le dimissioni della commissione d’esame per i cento e rotti aspiranti ai 50 contratti triennali da assistente tecnico del Po Fesr. Nella giornata di ieri la polizia avrebbe già acquisito le prime informazioni, non è chiaro se d’iniziativa o sulla base dell’esposto di qualcuno dato il turno in Procura di ricezione delle denunce. 
Impossibile capire cosa possa venirne fuori anche perché resta da stabilire quello che è successo. A partire dagli esposti anonimi recapitati tra martedì e mercoledì alle redazioni di almeno due giornali: Quotidiano della Basilicata e Nuova del Sud. 
«Alcuni hanno già le domande di fare l’orale». Recita il testo di uno di quelli arrivati nella redazione del Quotidiano assieme all’identico fascicoletto con oltre 200 domande del tipo di quelle sorteggiate durante la selezione che partita lunedì. «Prima che finiscono le prove pubblicatele e contestatele». Scriveva il misterioso scribacchino dopo essersela presa con il presidente della giunta Vito De Filippo e l’autorità di gestione del Po Fesr Patrizia Minardi, presidente della commissione d’esame.
«La lista delle domande che i concorrenti “estraggono casualmente” è pubblica! Circola da un po’ anche nelle mani dei fortunati vincitori». Insisteva un secondo esposto, recapitato a mano al Quotidiano (sulla busta affrancata non risulta apposto il timbro del centro di smistamento della posta, ndr) mercoledì mattina: dopo che la Nuova aveva posto con una certa enfasi l’interrogativo su un «Concorso pre elettorale “truccato?”»; ma prima che Patrizia Minardi e gli altri due membri della commissione d’esame, gli avvocati Pasquale Golia e Anna Roberti, decidessero di bloccare tutto rassegnando le dimissioni. «Circola da un po’ nelle mani dei fortunati vincitori». Aggiungeva il secondo misterioso scribacchino citando anche la «violazione n.25 del Trattato Ue: disparità di trattamento». Tanto per restare alle materie su cui verteva la selezione in corso. A riprova anche del fatto che in entrambi i casi i sospetti potrebbero restringersi agli stessi partecipanti alle selezioni: qualcuno dei 40 già esaminati tra lunedì e martedì che non ha ottenuto il massimo dei voti, oppure dei 60 ancora in attesa di giudizio, qualcuno andato ad assistere agli orali che ha visto circolare quel fascicoletto ed è riuscito a farne una copia. 
Fin qui l’ipotesi meno grave, ma non è escluso che le cose siano andate in maniera diversa dato che la stessa Patrizia Minardi ha avanzato il sospetto che non si tratti proprio delle stesse domande divise per tre argomenti (programmazione dei fondi comunitari, controlli e regole per la loro erogazione e appalti e aiuti alle imprese, ndr), approvate dalla commissione e sorteggiate da tre scatoli distinti durante le prove. Piuttosto potrebbe trattarsi di una bozza, ma se fosse così il quesito è d’obbligo: chi l’ha trafugata? Qualche membro della commissione che voleva aiutare gli amici, o gli amici degli amici, come denunciano gli anonimi? O qualcun altro all’interno degli uffici del Po Fesr dove si è riunita per stilare materialmente i quesiti, all’interno della palazzina della presidenza della giunta regionale? 
Di sicuro c’è che degli oltre 100 candidati per quei 50 contratti triennali da 33mila euro lordi l’anno, 80 lavorano già lì. Precari da 8 anni in scadenza ieri, il giorno stesso in cui era prevista la fine delle selezioni per i loro rimpiazzi. Senza le accuse e le dimissioni della commissione oggi almeno 30 di loro sarebbero fuori, nonostante la promessa di sindacati e Regione di provvedere a una loro sistemazione. Disgraziati senza santi in Paradiso? Forse. Intanto la selezione è stata fermata per tutti, anche i raccomandati. 
l.amato@luedi.it

POTENZA – La denuncia non è ancora partita perché ieri c’erano incombenze più urgenti da sbrigare. Ma le carte della selezione ormai sono sigillate. Resta solo da capire se verranno consegnate in Procura prima che sia questa a provvedere a sequestrare tutto. 

 

Non sono passate inosservate nemmeno tra i più esperti investigatori di “mala amministrazione” le dimissioni della commissione d’esame per i cento e rotti aspiranti ai 50 contratti triennali da assistente tecnico del Po Fesr. Nella giornata di ieri la polizia avrebbe già acquisito le prime informazioni, non è chiaro se d’iniziativa o sulla base dell’esposto di qualcuno dato il turno in Procura di ricezione delle denunce. Impossibile capire cosa possa venirne fuori anche perché resta da stabilire quello che è successo. A partire dagli esposti anonimi recapitati tra martedì e mercoledì alle redazioni di almeno due giornali: Quotidiano della Basilicata e Nuova del Sud.

 «Alcuni hanno già le domande di fare l’orale». Recita il testo di uno di quelli arrivati nella redazione del Quotidiano assieme all’identico fascicoletto con oltre 200 domande del tipo di quelle sorteggiate durante la selezione che partita lunedì. 

Prima che finiscono le prove pubblicatele e contestatele». Scriveva il misterioso scribacchino dopo essersela presa con il presidente della giunta Vito De Filippo e l’autorità di gestione del Po Fesr Patrizia Minardi, presidente della commissione d’esame.«La lista delle domande che i concorrenti “estraggono casualmente” è pubblica! Circola da un po’ anche nelle mani dei fortunati vincitori». 

Insisteva un secondo esposto, recapitato a mano al Quotidiano (sulla busta affrancata non risulta apposto il timbro del centro di smistamento della posta, ndr) mercoledì mattina: dopo che la Nuova aveva posto con una certa enfasi l’interrogativo su un «Concorso pre elettorale “truccato?”»; ma prima che Patrizia Minardi e gli altri due membri della commissione d’esame, gli avvocati Pasquale Golia e Anna Roberti, decidessero di bloccare tutto rassegnando le dimissioni. «Circola da un po’ nelle mani dei fortunati vincitori». 

Aggiungeva il secondo misterioso scribacchino citando anche la «violazione n.25 del Trattato Ue: disparità di trattamento». Tanto per restare alle materie su cui verteva la selezione in corso. 

A riprova anche del fatto che in entrambi i casi i sospetti potrebbero restringersi agli stessi partecipanti alle selezioni: qualcuno dei 40 già esaminati tra lunedì e martedì che non ha ottenuto il massimo dei voti, oppure dei 60 ancora in attesa di giudizio, qualcuno andato ad assistere agli orali che ha visto circolare quel fascicoletto ed è riuscito a farne una copia. Fin qui l’ipotesi meno grave, ma non è escluso che le cose siano andate in maniera diversa dato che la stessa Patrizia Minardi ha avanzato il sospetto che non si tratti proprio delle stesse domande divise per tre argomenti (programmazione dei fondi comunitari, controlli e regole per la loro erogazione e appalti e aiuti alle imprese, ndr), approvate dalla commissione e sorteggiate da tre scatoli distinti durante le prove. Piuttosto potrebbe trattarsi di una bozza, ma se fosse così il quesito è d’obbligo: chi l’ha trafugata? 

Qualche membro della commissione che voleva aiutare gli amici, o gli amici degli amici, come denunciano gli anonimi? O qualcun altro all’interno degli uffici del Po Fesr dove si è riunita per stilare materialmente i quesiti, all’interno della palazzina della presidenza della giunta regionale? Di sicuro c’è che degli oltre 100 candidati per quei 50 contratti triennali da 33mila euro lordi l’anno, 80 lavorano già lì. 

Precari da 8 anni in scadenza ieri, il giorno stesso in cui era prevista la fine delle selezioni per i loro rimpiazzi. Senza le accuse e le dimissioni della commissione oggi almeno 30 di loro sarebbero fuori, nonostante la promessa di sindacati e Regione di provvedere a una loro sistemazione. Disgraziati senza santi in Paradiso? Forse. Intanto la selezione è stata fermata per tutti, anche i raccomandati. 

l.amato@luedi.it

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE