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VIBO VALENTIA – Ergastoli confermati anche in appello. Per alcuni l’esclusione dell’isolamento diurno. Infine, due rideterminazioni della pena, in particolare per un collaboratore di giustizia. Regge, quindi, anche davanti alla Corte di Assise d’Appello di Milano l’impianto accusatorio messo in piedi dal pg Cecilia Vassena contro i presunti esponenti della ‘ndrangheta in Brianza accusati di tre omicidi eccellenti commessi tra il 2008 e il 2009. 

LEGGI LA SENTENZA DI PRIMO GRADO

Carcere a vita per il presunto boss Vincenzo Gallace, 65 anni, di Guardavalle; Antonio Carnovale, 53 anni, di Santa Caterina dello Ionio; Cristian Silvagna, 40 anni, di Bollate (Mi); Luigi Tarantino, 31 anni, di Cariati (Cs); Rocco Cristello, 50 anni, di San Giovanni di Mileto (Vv); Francesco Cristello, 42 anni, di San Giovanni di Mileto; Claudio Formica, 47 anni, di Mileto; Francesco Elia, 39 anni, di San Giovanni di Mileto; Salvatore Di Noto, 56 anni, di Palermo; Agostino Caristo, 43 anni, di Guardavalle (Cz); Sergio Sestito, 43 anni, di Palermiti (Cz); Leonardo Prestia, 39 anni, di Cessaniti; Massimo Zanchin, 38 anni, originario di Cessaniti, residente a Verano Brianza (Mb). Confermata anche la condanna a Domenico Tedesco, 30 anni, di Guardavalle; mentre passa dal carcere a vita a 30 anni la pena inflitta a Maurizio Napoli, 38 anni, di Leonforte (En). 

Rideterminata anche quella del pentito Michael Panajia, 37 anni, di Milano: da 23 a 19. Esclusione, poi, dell’isolamento diurno per Francesco Cristello, D’Elia e Massimiliano Zanchin, i primi due difesi dagli avvocati Antonio Porcelli e Gianluca Crusco. I giudici hanno, infine, confermato anche il risarcimento complessivo di 200 mila euro a carico degli imputati e a favore dei Comuni di Giussano e Seregno, parti civili nel processo. 
La Corte si era ritirata in camera di consiglio questa mattina. Poco dopo le 18 il verdetto di secondo grado. Il processo denominato “Bagliore” si rifà all’omonima operazione antimafia e aveva consentito di risolvere i delitti pesanti di Carmelo “Nunzio” Novella, mammasantissima delle ‘ndrine nella cintura milanese, di Antonio Tedesco e di Rocco Stagno, avvenuti, secondo l’accusa della Dda di Milano, per il predominio sul territorio lombardo in una guerra interna alle cosche Gallace e Novella.
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