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LA Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha confiscato beni mobili ed immobili per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro riconducibili ad Antonio Mancuso, 73enne di Limbadi, ritenuto ai vertici della cosca Mancuso di Limbadi, ed a Domenico Campisi, trucidato all’età di 44 anni la mattina del 17 giugno 2011 nelle campagne di Nicotera. 

I provvedimenti di confisca appena notificati, sono stati disposti dalla Corte di Appello di Catanzaro. Con lo stesso provvedimento la Corte d’Appello ha disposto la restituzione di due unità immobiliari (delle oltre settanta già cautelate) in quanto pervenute nel patrimonio per usucapione del Mancuso. Per quanto riguarda gli immobili riconducibili a Campisi, la Corte d’Appello ha rilevato che «l’analisi dei redditi complessivi riportati dal 1983 al 2010 mostra una chiara sperequazione tra percepito e speso. È di intuitiva evidenza che il complessivo valore dei beni è sproporzionato rispetto alle condizioni del reddito».

Campisi è stato ucciso sulla strada provinciale che collega il bivio per Comerconi campo sportivo di Nicotera. Sulla Lancia Musa in cui viaggiava si sono abbattuti diversi colpi di arma da fuoco che hanno devastato i vetri del lunotto posteriore prima di penetrare nell’abitacolo. Campisi è stato ferito mortalmente alla testa, è morto mentre lo caricavano su un elisoccorso per Catanzaro. Rimasto incolume invece l’uomo che si trovava alla guida della Lancia, Benedetto Buccafusca, giovane cugino della vittima. 

Campisi aveva alle spalle un curriculum penale tutt’altro che immacolato. Era considerato un importante broker della droga, coinvolto nell’operazione Decollo che ha fatto luce sui traffici dalla Colombia. E come lui altri due narcotrafficanti, entrambi uccisi in altrettanti agguati.Si tratta di Vincenzo Barbieri eliminato a San Calogero il 12 marzo scorso e di Cosma Congiusta assassinato proprio a Nicotera l’8 novembre 2010. 

 

 

 

 

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