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BOLOGNA – . Così Pietro Quinto (in foto), Direttore Generale del Dipartimento Salute e Sicurezza di Basilicata, ha riassunto l’incontro che sabato scorso a Bologna ha avuto per protagonisti rappresentanti della sanità emiliana e lucana. Il convegno, organizzato dal Circolo dei Lucani nel Teatro Guardassoni della città felsinea, ha messo a confronto il modello sanitario emiliano-romagnolo con quello lucano, ponendo le basi per una collaborazione importante. . Garante del gemellaggio tra le due comunità scientifiche è stato Antonio Di Sanza, presidente della Commissione Regionale “Lucani all’Estero”, per la prima volta a Bologna nel nuovo ruolo. . I rappresentanti della Basilicata hanno individuato nella migrazione sanitaria il problema ancora irrisolto per la sanità lucana. . Tra i punti forti, la razionalizzazione delle risorse. . . Il presidente ha annunziato che il Piano della Salute, ancora all’esame della quarta commissione da lui presieduta, sarà approvato entro giugno. .

A parlare del modello emiliano-romagnolo sono stati invece i medici di origine lucana che occupano a Bologna dei ruoli centrali nel sistema sanitario. Ugo Albisinni e Onofrio Donzelli, rispettivamente direttori della radiologia e della ortopedia pediatrica degli Istituti Ortopedici Rizzoli, hanno illustrato l’organizzazione sanitaria del prestigioso ospedale, rappresentandone i punti di forza. Ernesto Labriola, professore di cardiologia all’Università di Bologna, si è soffermato sulle luci e sulle ombre della cardiologia emiliana. Nicola D’Imperio, direttore di gastroenterologia ed endoscopia digestiva del presidio ospedaliero Bellaria-Maggiore, ha evidenziato la necessità della prevenzione, intervenendo sulle cause della patologia e agevolando nel contempo le diagnosi precoci. Antonio Santoro, direttore di nefrologia, dialisi ed ipertensione del Policlinico S. Orsola-Malpighi, ha riferito delle problematiche legate alla cura di queste gravi patologie.

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Giuseppe Panzardi

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