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Era appena giunto alla stazione ferroviaria di Villa San Giovanni a bordo del treno «727» proveniente da Roma Termini, quando una pattuglia di finanzieri della squadra cinofili del gruppo della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, coadiuvata da una pattuglia della Polfer, lo ha sottoposto ad un controllo antidroga. L’uomo, un 49enne di origini sudamericane, era seduto nel suo scompartimento ed aveva al seguito un trolley di colore scuro. Il cane antidroga «Pessy» ha segnalato la presenza di sostanza stupefacente all’interno del bagaglio. I militari hanno proceduto ad un’ispezione accurata della valigia all’interno dela quale c’erano 39 ovuli contenenti quasi mezzo chilo di cocaina purissima. Il 49enne partito venerdì scorso con volo di linea dal Guatemala dopo, uno scalo a Panama city, è atterrato a Roma Fiumicino, proseguendo in treno il viaggio sino a Villa San Giovanni. Tuttavia, i sempre più manifesti segni di irrequietezza, le molteplici e contraddittorie versioni fornite dall’uomo sulle finalità del viaggio e la sostanza stupefacente rinvenuta facevano supporre che l’uomo potesse aver ingerito altri ovuli.
Su disposizione del sostituto di turno il sudamericano è stato ricoverato al pronto soccorso dell’ospedale di Reggio Calabria per essere sottoposto ad esame radiografico che ha wevidenziato la presenza di un ingente quantitativo di ovuli ancora nell’addome dell’uomo. Nelle ore successive sono stti recuperati altri 41 ovuli contenenti cocaina purissima per un peso complessivo di oltre 500 grammi. Gli 80 ovuli così recuperati sono stati sottoposti a sequestro e l’uomo, una volta dimesso dall’ospedale dove è stato continuamente piantonato dai finanzieri del Gruppo e dagli agenti della Polfer, essendo stato tratto in arresto per traffico internazionale di sostanze stupefacenti in violazione, sarà tradotto ala casa circondariale di Reggio Calabria. Gli oltre 1.000 grammi di cocaina purissima sequestrati dai finanzieri del Gruppo di Reggio Calabria e probabilmente destinati all organizzazioni criminali della zona, se immessi sul mercato clandestino, avrebbero prodotto un controvalore in euro per oltre 400.000 euro. Sequestrati inoltre più di 1.000 dollari americani e 400 euro che, così come rivelato dall’arrestato, costituivano parte del compenso per il trasporto illegale. I rimanenti 2.000 dollari americani gli sarebbero stati corrisposti una volta che la consegna sarebbe andata a buon fine e solo al suo rientro in Guatemala.

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