X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

CATANZARO – Il “modus operandi criminale” delle persone arrestate nell’inchiesta “Sistema” della procura di Firenze e del Ros è fondato, sottolineano gli investigatori, sui «reciproci rapporti di interesse illecito» tra gli indagati, tutti accusati di concorso in tentata corruzione per induzione, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e altri reati contro la Pubblica amministrazione.

E nell’inchiesta che coinvolge personaggi di primo piano, c’è anche un pezzo di Calabria. Secondo le contestazioni, l’imprenditore Stefano Perotti ha ottenuto anche, in favore di società a lui riconducibili, l’incarico di direttore dei lavori di un appalto Anas relativo a un macro lotto dell’autostrada A3 Salerno Reggio Calabria al concorzio Italsarc. Tra l’altro, i provvedimenti dell’inchiesta “Sistema”, per corruzione negli appalti pubblici delle Grandi Opere, con 51 indagati, sono stati eseguiti in 14 province di varie regioni, da nord a sud, e in particolare c’è anche Crotone, oltre a Roma, Milano, Firenze, Bologna, Genova, Torino, Padova, Brescia, Perugia, Bari, Modena, Ravenna e Olbia.

Un altro “pezzo” di Calabria nellimportante inchiesta sul tema della corruzione, è rappresentato dalla presenza di Giuseppe Creazzo, neo procuratore capo di Firenze, dopo avere guidato la Procura di Palmi.

VIDEO: IL PROCURATORE CREAZZO ILLUSTRA IL MODUS OPERANDI

GLI INCARICHI ALL’IMPRENDITORE – Secondo l’accusa, le società consortili aggiudicatarie degli appalti delle Grandi Opere sarebbero state indotte da Ercole Incalza – capo della struttura di missione presso il ministero delle Infrastrutture, competente sulle Grandi opere – a conferire all’imprenditore Stefano Perotti, o a professionisti e società a lui riconducibili, incarichi di progettazione e direzione di lavori «garantendo di fatto il superamento degli ostacoli burocratico-amministrativi»; Perotti, quale contropartita, avrebbe assicurato l’affidamento di incarichi di consulenza o tecnici a soggetti indicati dallo stesso Incalza (peraltro destinatario anch’egli di incarichi «lautamente retribuiti» conferiti dalla Green Field System srl, una società affidataria di direzioni lavori).

UNO “STIPENDIO” FISSO – Ad uno degli altri indagati, Francesco Cavallo, sempre secondo l’accusa, veniva riconosciuto da parte di Perotti, tramite società a lui riferibili, una retribuzione mensile di circa 7.000 euro «come compenso per la sua illecita mediazione». A Perotti, responsabile della società Ingegneria Spm e ritenuto dagli inquirenti «figura centrale dell’indagine», sono stati affidati da diverse società incarichi di direzione lavori per la realizzazione di numerose “Grandi Opere”, ferroviarie e autostradali. Tra queste, oltre ad un megalotto della Salerno-Reggio Calabria, figurano la linea ferroviaria A/V Milano-Verona (tratta Brescia – Verona); il Nodo TAV di Firenze per il sotto attraversamento della città; la tratta ferroviaria A/V Firenze Bologna; la tratta ferroviaria A/V Genova-Milano Terzo Valico di Giovi; l’autostrada Civitavecchia-Orte-Mestre; l’autostrada Reggiolo Rolo-Ferrara; l’Autostrada Eas Ejdyer-Emssad in Libia.

I LAVORI DELL’EXPO – Dall’indagine è emerso anche come Perotti abbia influito illecitamente, secondo l’accusa, sulla aggiudicazione dei lavori di realizzazione del cosiddetto Palazzo Italia Expo 2015; di realizzazione del nuovo terminal del porto di Olbia, di molatura delle rotaie da parte dalla società Ferrovie del Sud Est e sempre di molatura delle rotaie in favore della società Speno International a lui riconducibile.

In particolare l’inchiesta ha documentato le relazioni instaurate da Perotti con funzionari delle stazioni appaltanti interessate alle opere in questione, «indotti – affermano gli investigatori – ad inserire specifiche clausole nei bandi finalizzate a determinarne l’aggiudicazione».

 

IL NOME DEL MINISTRO – Tra gli indagati c’è invece l’ex eurodeputato Vito Bonsignore. Nell’inchiesta compare più volte il nome del ministro Maurizio  Lupi che, però, non è indagato, ma che si è schierato più volte in difesa di Ercole Incalza.

 

 

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE