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POTENZA – Di chiacchiere non vogliono più sentirne. Vogliono fatti i genitori dei 150 bambini, alunni dell’Istituto comprensivo “Sinisgalli” rimasti a piedi dopo l’introduzione del nuovo Piano di trasporto pubblico urbano.
Perchè ieri mattina – primo giorno di scuola dopo le vacanze pasquali – davanti alla scuola si è scatenato il caos. Pensate a un centinaio di macchine in più rispetto al solito, in una zona che nelle ore di entrata e di uscita è già da bollino rosso.
«Un delirio – hanno raccontato i genitori – con i vigili urbani arrivati solo alle 8.25, quando ormai il caos era completo e l’intera zona era bloccata». Stessa situazione alle 13, orario d’uscita. Le auto sono rimaste bloccate già poco prima della Regione. Insomma una situazione che i genitori definiscono «intollerabile» e per la quale urge «una soluzione concreta, non parole».
Ieri mattina, a peggiorare la situazione, anche i cancelli chiusi per i lavori al piazzale antistante la scuola. Un problema che già oggi dovrebbe essere risolto, dal momento che i lavori sono terminati. E ciò significa che si potrà salire con l’auto fin sopra.
Ma per molti genitori questa non sarà una soluzione, anzi finirà per peggiorare la situazione.
Così oggi pomeriggio alle 17, in una sala della chiesa di Santa Cecilia a Poggio Tre Galli, è stata convocata un’assemblea pubblica cui sono stati invitati tutti i genitori interessati. Nel messaggio inviato ai genitori si parla di «organizzare eventuali manifestazioni contro la sospensione del servizio di trasporto scolastico».
Il problema è proprio questo: quei bus (delle ditte Savitour e Renna) non offrivano un servizio scolastico. Quelle due corse, a sostegno del servizio Cotrab, erano inserite nel normale Piano di trasporti e, infatti, il servizio aveva un abbonamento mensile di 12 euro, come un normale abbonamento. Indubbiamente un’anomalia. Che l’assessore al ramo, Dino Bellettieri, fa notare a chi l’attacca, rispondendo su Facebook. «Precisiamo una volta per tutte – dice – è tale servizio di trasporto scolastico che è anomalo in quanto parliamo di un trasporto scolastico integrato in un servizio urbano. E’ un servizio scolastico il vostro che cozza con il trasporto scolastico in quanto tale».
Ma per i genitori questa non è una risposta che possa essere soddisfacente. Perchè quell’anomalia non sono stati loro a crearla. Ma anche perchè ora vorrebbero un’alternativa percorribile. Una soluzione. E nei vari incontri intercorsi con l’amministrazione hanno provato anche loro a farle le proposte. Per esempio si sono detti disponibili a pagare la cifra necessaria perchè quello possa essere considerato servizio scolastico. Disponibili quindi a pagare anche 55 euro a bambino. Ma anche questo è un problema: «Il servizio scolastico – ha spiegato Bellettieri – viene garantito dal Comune con tariffe che vengono fuori in modo soggettivo in quanto dipende dal modello Isee del nucleo familiare». Quindi ora si può presentare «l’istanza e l’Isee», ma difficilmente per quest’anno se ne potrà parlare.
Non percorribile anche la strada dell’auto-organizzazione: Cotrab detiene il servizio e ha la possibilità – cosa che ha fatto – di non dare l’autorizzazione ad altre ditte.
Quindi cosa fare? I genitori infuriati aspetteranno all’incontro anche Bellettieri. Perchè quello che a loro pare più assurdo è che questo cambiamento venga attuato a due mesi dalla fine della scuola. «Ma non si poteva aspettare settembre e pensare a organizzare il servizio in maniera seria?». Ed è questo il punto: quest’anno è cambiato tutto in corso d’opera, dalla mensa al trasporto. E questo ai genitori sembra ingiusto. Perchè una scelta – dove iscrivo il bambino, gli faccio fare il tempo normale o prolungato – un genitore la fa anche in base a determinati parametri. Se le regole cambiano in corso d’opera e non dai un’alternativa, raddoppi il disagio e la rabbia dei cittadini. Che ora si sentono gli unici a pagare le anomalie del passato e il dissesto presente.

a.giacummo@luedi.it

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