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POTENZA – Per la presidente della Commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti (Pd), il ministro «deciderà con il premier Matteo Renzi sui punti della riforma da portare in Cdm». Ma in serata è stato proprio il guardasigilli a gettare in ansia chi teme per la Corte d’appello di Potenza, nonostante le parole rassicuranti pronunciate nei giorni scorsi dal capogruppo del Pd Roberto Speranza, e dal deputato Vincenzo Folino.

«Sono emerse differenze di approccio in ordine alle priorità da individuare, delle quali riferirò puntualmente in Consiglio dei ministri mantenendo l’obiettivo che ci eravamo dati di portare in quella sede tutto il lavoro che è stato elaborato».

Sono state queste le parole pronunciate dal ministro della giustizia Andrea Orlando, ieri pomeriggio dopo un incontro con la maggioranza alla vigilia della presentazione a Palazzo  Chigi del decreto e dei disegni di legge di riforma annunciati nelle ultime settimane.

In pratica per capire se la revisione della geografia delle Corti d’appello è tornata all’ordine del giorno del Governo bisognerà aspettare ancora qualche ora. Come pure per leggere i criteri adottati e avere una conferma della scelta di sopprimere il distretto giudiziario lucano.

Intanto prosegue la mobilitazione che ieri ha raccolto l’adesione anche del capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli.

«La riforma della giustizia non può basarsi su criteri economistici». Ha dichiarato Rampelli. «La revisione della spesa deve colpire sprechi e privilegi, non i servizi ai cittadini, come rischia di capitare anche con la soppressione della Corte di Appello di Potenza che potrebbe per essere accorpata a quella di Salerno. Un taglio di questo tipo – ha aggiunto il capogruppo – sarà direttamente a carico dei cittadini lucani che dovranno sobbarcarsi i costi per raggiungere Salerno che dista da Potenza 100 chilometri e da Matera ben 200. Mentre la Corte di Appello di Salerno sarà oberata di nuove cause appesantendo il ritmo dei processi in corso, già notevoli. Non è questa la riforma della giustizia che attendiamo dal ministro Orlando». 

«Velocizzare i tempi di quella civile e penale – ha concluso Rampelli – non ha niente a che vedere con la soppressione di presidi di legalità in regioni già scarsamente tutelate dallo Stato centrale».

Ieri sulla questione è intervenuto anche il consigliere comunale dei Popolari Uniti Sergio Potenza, primo firmatario della richiesta di convocazione urgente di un’assise sulla questione.

«La Corte d’Appello di Potenza è un importantissimo presidio di legalità per la Regione Basilicata, anche in virtù dell’organizzazione del settore giustizia sul territorio. Quindi è necessario impegnare tutte le istituzioni per scongiurare gli effetti devastanti di una soppressione». Così il consigliere comunale per cui «eventuali disorganizzazioni del settore della giustizia – prosegue Potenza – avrebbero effetti negativi sulla città  e non solo».

Di un «fronte comune» da costituire a presidio del distretto giudiziario parla il segretario regionale di Ugl polizia penitenziaria per cui «non ci possiamo permettere il lusso degli steccati ideologici, assistendo impassibili alla distruzione della nostra regione».

«L’eventuale soppressione della Corte d’Appello di Potenza comporterà un danno enorme per la Basilicata». Gli ha fatto eco Enzo Acito, presidente di Confapi Matera, in una nota inviata al ministro Orlando.

«Prima la Telecom, l’Enel, l’Italgas, la Banca d’Italia in provincia di Matera, poi la Sezione distaccata di Pisticci del Tribunale, probabilmente le Province e le Camere di Commercio; a quando l’abolizione della Regione per completare la spoliazione di un territorio sempre meno rispettato?» Prosegue Acito che metto in guardia sulla scomparsa di «riferimenti istituzionali concreti» per i lucani.

l.amato@luedi.it

 

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