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COSENZA – Il Consiglio comunale di Cosenza ha approvato oggi, con 20 voti a favore (compreso quello del sindaco Mario Occhiuto) e all’unanimità dei presenti, tra i quali gli esponenti di minoranza, il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale.   L’approvazione è arrivata in un municipio blindato per evitare le proteste dei dipendenti delle cooperative sociali e, è scritto in una nota del Comune, «è arrivata in tempi brevissimi. Non c’è stata discussione, così come in apertura di seduta era stato richiesto dal consigliere Sergio Nucci che aveva sollecitato l’aula ad andare subito al voto, senza neanche la relazione dell’assessore al bilancio Luciano Vigna, motivando la sua richiesta con il fatto che il piano di riequilibrio era stato già approvato nella commissione consiliare competente, all’unanimità».   

Alla richiesta di Nucci, con il quale si era dichiarato sostanzialmente d’accordo, il consigliere Michelangelo Spataro, prosegue la nota, «ha fatto seguire la considerazione secondo la quale sarebbe stato opportuno ascoltare, sia pur brevemente, Vigna».   L’assessore al bilancio ha sottolineato l’importanza del lavoro certosino portato avanti dalla commissione consiliare bilancio ed ha ribadito la necessità per il Comune di Cosenza di approvare il Piano di riequilibrio finanziario, evidenziando come non ci sarebbe stata altra strada da seguire: «o questo Piano – ha detto – o il dissesto. Per fortuna c’è una classe politica che pensa al futuro della città di Cosenza».   

CENTO MILIONI IN DIECI ANNI – Vigna ha poi ricordato alcune delle cifre che compongono il Piano di riequilibrio ed ha sottolineato come «il fabbisogno del Comune sarà, per i prossimi 10 anni, di circa 100 milioni di euro. Questo comporterà un risanamento che porta con sè necessariamente una riduzione complessiva della spesa corrente del 19%». In merito ai lavoratori delle cooperative sociali, Vigna ha detto che mentre su altre voci saranno operati dei tagli lineari, del 10%, sul sociale i tagli saranno del 3%. «Si è preferito, responsabilmente, andare a tagliare altri costi importanti – ha detto – consapevoli che quella attuale è una fase fondamentale nella quale è importante assicurare sostegno al lavoro precario e ad altri settori delicati. Io e tutta l’Amministrazione abbiamo indicato una strada che nei prossimi giorni porterà Cosenza ad essere un Comune virtuoso».   

LE MISURE ADOTTATE – I problemi affrontati sono tre. Ci sono i residui attivi non più esigibili da svalutare. «Entro il 2022 – ha spiegato nei giorni scorsi Vigna – vogliamo scendere dai 130 milioni di euro attuali a 40 milioni di euro. Nel solo 2013, in virtù anche delle norme introdotte dal governo Monti dovremo prevedere in bilancio tra gli 8 e i 10 milioni di euro per il fondo di svalutazione. Poi ci sono i debiti fuori bilancio che ammontano a 25 milioni di euro, compresa la previsione prudenziale di altri 3 milioni e mezzo per quelli che matureranno nel prossimo futuro. Infine le partecipate: 3 milioni e mezzo circa tra Amaco e Multiservizi». 

Nel capitolo dei debiti fuori bilancio – messi in ordine dopo quindici anni – rientrano i 7 milioni di sentenze e risarcimenti accumulati negli anni precedenti e 14 milioni da restituire al commissario per l’emergenza ambientale: due cartelle esattoriali contestate dalle amministrazioni precedenti e che hanno dato origine ad un contenzioso perso dal Comune. Ora, quindi, tocca pagare. 

Accanto alle criticità, il fabbisogno tiene conto anche delle rate che annualmente il Comune dovrà rimborsare al governo e della progressiva riduzione dei trasferimenti statali che in dieci anni dovrebbe raggiungere i 60 milioni di euro. «Stiamo procedendo ad una verifica rigidissima sui debiti. In Consiglio per il riconoscimento – spiega Vigna – porteremo di volta in volta solo quelli certificati e attestati». I tagli, la “ripulitura” dei residui, la restituzione del prestito saranno coperti al 65 per cento con la riduzione delle spese che da qui al 2020 toccherà il 19 per cento: a conti fatti 20 milioni in meno. 

Le restrizioni incideranno sulle prestazioni di servizio, con un calo annuo di circa il 3 per cento in media. La mano si annuncia però più leggera sul welfare, cooperative B comprese. La riduzione dei costi del personale sarà invece fisiologica perché con i pensionamenti si scenderà nel 2016 a quota 660 dipendenti circa. Le alienazioni di immobili – che saranno comunque previste, come prescrive la norma – saranno destinate invece ad investimenti e non al ripiano dei debiti: in tutto si prevedono 50 milioni di euro. 

GLI AUMENTI DI TARIFFE – Al piano di rientro contribuiranno invece gli aumenti delle tariffe. Ci sarà il rincaro sui rifiuti, di circa il 10 per cento, determinato dal passaggio dalla Tarsu alla Tares e dalla legge che impone la normalizzazione tra le entrate per il servizio e i costi. A Cosenza la differenza è di 5 milioni di euro che però non sarà compensata tutta dall’incremento della tassa, ma anche dalla riduzione dei costi grazie alla differenziata e dal calo delle sacche d’evasione. Al massimo saranno portate anche le aliquote Imu, ma il Comune cercherà di attutire l’impatto sui contribuenti. Sulla prima casa si sale dal 4 al 6 per mille ma aumenterà la soglia di detrazione che oggi è di 200 euro. Sulla seconda casa si passerà dal 10,4 per mille al 10,6: qui il sollievo per i contribuenti dovrebbe arrivare dall’annunciata decisione del governo di rinunciare già dal 2013 alla quota del 3,8 per mille destinata allo Stato. 

 

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