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IL FESTIVAL delle Invasioni si farà. Bisognerà attendere settembre ma godrà di uno stanziamento importante per due annualità, concesso dalla Regione Calabria, nell’ambito dell’Avviso per gli Eventi storicizzati. Si tratta di un progetto, fa sapere il Comune, la cui spesa prevista totale, per entrambe le annualità, è di 408 mila 480 euro di cui 200 mila euro di contributo regionale e il resto di cofinanziamento comunale comprensivo delle spese del personale tecnico-amministrativo (stipendi e contributi del personale interno all’Ente che lavora per il progetto) e di fondi di Bilancio.
Il progetto delle due prossime edizioni – e quella di settembre sarà la quindicesima – nel ripercorrere le coordinate culturali originarie «intende farsi pienamente carico – si legge in una nota – della particolare congiuntura storica in corso, della crisi economica e delle tensioni sociali che stanno caratterizzando la civiltà occidentale, in particolare quella europea, ribadendo e rilanciando il ruolo di incubatore di idee e generatore di best practice». 
In questo caso il Festival delle Invasioni avvierà una sperimentazione per “misurare” l’incidenza della cultura sullo sviluppo dei territori. In collaborazione con l’Università della Calabria, si misurerà il Bes di Cosenza: l’indicatore del Benessere Equo e Sostenibile nato da un’iniziativa del Cnel  e dell’Istat che si inquadra nel dibattito internazionale sul cosiddetto “superamento del Pil”, stimolato dalla convinzione che i parametri sui quali valutare il progresso di una società e la qualità della vita, non debbano essere solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale, corredati da misure di diseguaglianza e sostenibilità. Il piccolo Stato del Bhutan già da qualche anno, al posto del Pil, fa ricorso al Gnh: gross national happiness o felicità interna lorda.
«Un articolato sistema di incontri e convegni – si legge nella nota del Comune – accompagnerà nei due anni il lavoro scientifico di una commissione appositamente costituita che porterà alla presentazione, e alle conseguenti analisi, del Bes di Cosenza nel 2014. Accanto a questo, la “Festa delle Invasioni” intende portare lo spettacolo dal vivo all’interno dei beni culturali e dei luoghi della cultura, al fine di facilitare la diffusione della conoscenza e diffonderne l’immagine, rendendo monumenti e siti archeologici un punto di riferimento vivo e attrattivo del sistema culturale regionale. Tutto il programma, e il concept stesso dell’evento, è teso a rafforzare il legame fra identità dei territori, cultura e turismo sostenibile, utilizzando lo spettacolo nelle sue diverse forme come medium per raccontare, attualizzandolo e valorizzandolo, il patrimonio culturale del territorio inteso in senso lato».
Un altro aspetto del progetto è la connessione dell’evento con altre iniziative in modo da costruire una rete territoriale e l’attivazione di partenariati pubblico – privati, nell’ottica di una innovativa governance delle politiche culturali e con la possibilità di conseguire la promozione nazionale ed internazionale della Festa delle Invasioni e del sistema dell’offerta culturale calabrese, utilizzando le nuove tecnologie.
«Il Comune di Cosenza – dichiara il sindaco Mario Occhiuto – è adesso nelle condizioni di poter garantire un’offerta artistica di alto livello, secondo la giusta tradizione di un Festival ormai storico per la città, che della città trasmette l’identità pur nella volontà di intercettare innovativi input esterni».

IL FESTIVAL delle Invasioni si farà. Bisognerà attendere settembre ma godrà di uno stanziamento importante per due annualità, concesso dalla Regione Calabria, nell’ambito dell’Avviso per gli Eventi storicizzati. Si tratta di un progetto, fa sapere il Comune, la cui spesa prevista totale, per entrambe le annualità, è di 408 mila 480 euro di cui 200 mila euro di contributo regionale e il resto di cofinanziamento comunale comprensivo delle spese del personale tecnico-amministrativo (stipendi e contributi del personale interno all’Ente che lavora per il progetto) e di fondi di Bilancio.Il progetto delle due prossime edizioni – e quella di settembre sarà la quindicesima – nel ripercorrere le coordinate culturali originarie «intende farsi pienamente carico – si legge in una nota – della particolare congiuntura storica in corso, della crisi economica e delle tensioni sociali che stanno caratterizzando la civiltà occidentale, in particolare quella europea, ribadendo e rilanciando il ruolo di incubatore di idee e generatore di best practice». In questo caso il Festival delle Invasioni avvierà una sperimentazione per “misurare” l’incidenza della cultura sullo sviluppo dei territori. 

In collaborazione con l’Università della Calabria, si misurerà il Bes di Cosenza: l’indicatore del Benessere Equo e Sostenibile nato da un’iniziativa del Cnel  e dell’Istat che si inquadra nel dibattito internazionale sul cosiddetto “superamento del Pil”, stimolato dalla convinzione che i parametri sui quali valutare il progresso di una società e la qualità della vita, non debbano essere solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale, corredati da misure di diseguaglianza e sostenibilità. Il piccolo Stato del Bhutan già da qualche anno, al posto del Pil, fa ricorso al Gnh: gross national happiness o felicità interna lorda.«Un articolato sistema di incontri e convegni – si legge nella nota del Comune – accompagnerà nei due anni il lavoro scientifico di una commissione appositamente costituita che porterà alla presentazione, e alle conseguenti analisi, del Bes di Cosenza nel 2014. 

Accanto a questo, la “Festa delle Invasioni” intende portare lo spettacolo dal vivo all’interno dei beni culturali e dei luoghi della cultura, al fine di facilitare la diffusione della conoscenza e diffonderne l’immagine, rendendo monumenti e siti archeologici un punto di riferimento vivo e attrattivo del sistema culturale regionale. Tutto il programma, e il concept stesso dell’evento, è teso a rafforzare il legame fra identità dei territori, cultura e turismo sostenibile, utilizzando lo spettacolo nelle sue diverse forme come medium per raccontare, attualizzandolo e valorizzandolo, il patrimonio culturale del territorio inteso in senso lato».

Un altro aspetto del progetto è la connessione dell’evento con altre iniziative in modo da costruire una rete territoriale e l’attivazione di partenariati pubblico – privati, nell’ottica di una innovativa governance delle politiche culturali e con la possibilità di conseguire la promozione nazionale ed internazionale della Festa delle Invasioni e del sistema dell’offerta culturale calabrese, utilizzando le nuove tecnologie.«Il Comune di Cosenza – dichiara il sindaco Mario Occhiuto – è adesso nelle condizioni di poter garantire un’offerta artistica di alto livello, secondo la giusta tradizione di un Festival ormai storico per la città, che della città trasmette l’identità pur nella volontà di intercettare innovativi input esterni».

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