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COSENZA – C’è una città fantasma nei vicoli più antichi di una Cosenza che promette di cambiare volto. Il centro storico, antico scrigno di cultura, di arte, di  scambi fra mercanti e luogo privilegiato di culto, sta diventando sempre più un  cumulo di macerie. Il vero centro propulsivo di una città che in passato era  visitata da turisti e da critici d’arte, si è ridotto ad una semplice strada  che collega il corso principale alle splendidi luci del Rendano e alla villa di  tutti i cosentini. Sotto agli ormai arcinoti cerchi illuminati, posti su Corso Telesio, si nasconde però un mondo tutt’altro che scintillante. 

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Nelle viuzze il  degrado ha raggiunto livelli inimmaginabili e nella città vecchia non si  respira più storia ma solo polvere. Salendo nel vicolo di Santa Lucia si scopre  un mondo nascosto. Nel mese di giugno ci fu un sopralluogo del sindaco, che  verificò l’effettivo pericolo degli edifici posti sul luogo, promettendo un  intervento di messa in sicurezza da operare grazie al recupero di un vecchio  finanziamento regionale. A distanza di mesi la zona è ancora tristemente piena  di rifiuti e gli antichi palazzi continuano a crollare, nonostante l’avvio  delle opere. Servono spazi per lasciare vie di fuga in caso di eventuali  fenomeni sismici che potrebbero rendere ancora più drammatica la situazione fra  i vicoli angusti. Ai lati della piazza, o di ciò che ne resta, sono infatti già  visibili le macerie accatastate, le antiche case piene di pezzi di carrozzeria  e spazzatura di ogni tipo. Gli abitanti del posto hanno denunciato i pericoli e  continuano a riferire che durante la notte si sente lo scricchiolio dei grandi  stabili ormai in stato di degrado e i crolli che continuamente lasciano in  strada detriti. 

La situazione diventa ancora peggiore se dal quartiere di Santa  Lucia ci si addentra nella zona in cui pochi sono gli edifici ancora agibili.  Tante case sono state murate, in alcune ci sono le impalcature montate per  eseguire dei lavori e altre sono aperte e piene di rifiuti. Anche alcune  abitazioni in cui continuano a vivere le famiglie, hanno evidenti crepe sui  muri alla base degli edifici che necessitano di lavori di messa in sicurezza.  Un mondo nascosto e pericoloso, non solo per via dei cedimenti frequenti, ma  per una lunga serie di fili elettrici scoperti quasi ad altezza uomo e di  alcune perdite d’acqua che si fanno spazio fra le mura portanti indebolendole.  Fra le stradine c’è solo il vuoto e diventa quasi normale che ci siano dei  piccoli spazi abbandonati che vengono recintati in maniera abusiva. Il viaggio  diventa ancora più triste quando si raggiunge Via Gaeta. Le stradine sono buie  ma pulite e portano ad una  Chiesa abbandonata. L’ esterno è quasi del  tutto intatto ma all’interno, accanto agli antichi e meravigliosi affreschi, c’ è solo spazzatura. Alla ormai distrutta porta d’ingresso c’è un cartello scritto  a mano, in cui si chiede ai cittadini di rispettare quello che fu un bene della città, trasformato ora in un deposito di promesse e degrado. Alcuni  abitanti della zona attendono con paura le prime piogge. Una città fantasma che non racconta più le storie di chi l’ha  vissuta,

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