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Decine di persone hanno occupato martedì scorso la sede dell’Aterp di Lungo Crati a Cosenza. Famiglie che non hanno un’abitazione in città, un luogo dove trascorrere la propria esistenza: «Siamo stanchi, vogliamo un tetto sotto cui dormire». Molti di loro sono gli occupanti di palazzo Cosentini e palazzo Francini nel centro storico. Ma alla sede Aterp c’era anche chi veniva da altre situazioni difficili. Il comune denominatore di chi occupa è la bassa condizione salariale. C’è chi è disoccupato; chi vive in case diroccate che non reggono all’urto della pioggia o in stanze piccolissime, chi si sistema dai parenti, tra problemi pratici e non solo. Il Questore Anzalone ha sottolineato nei giorni scorsi che, un passaggio fondamentale per poi procedere ad uno sgombero degli occupanti delle case del centro storico, è quello di trovare una sistemazione alle famiglie che ne hanno reale necessità. Martedì il dirigente Aterp Mari ricordava che è il Comune ad avere per primo voce in capitolo sulle decisioni di assegnazione. Chi occupa le case vive il peso di una situazione pregressa di emergenza ed è sfiduciata dai rappresentanti della politica.
Una vera e propria emergenza abitativa dunque, e il Comune resta fermo: “Questo fenomeno fa emergere in modo eclatante le responsabilità di chi non ha saputo, ho non ha voluto affrontare questo gravissimo dramma sociale” – ha affermato Bruno Converso, segretario provinciale di Assocasa-Ugl Cosenza. “Archiviata la legislatura Perugini, l’auspicio di Assocasa-Ugl è che il prossimo sindaco affronti con determinazione l’emergenza abitativa, che a Cosenza interessa centinaia di famiglie. Oggi – sottolinea Converso – con la grave crisi economica ed occupazionale, il problema si è esteso e coinvolge, oltre le tante famiglie indigenti che non arrivano alla seconda settimana, moltissimi giovani che pur volendo mettere su famiglia arretrano al solo pensiero di andare in banca per un mutuo. A questo punto è d’obbligo continuare a evidenziare le nostre sacrosante proposte auspicando che vengano considerate e accolte. Prima fra tutte, l’apertura di uno Sportello in grado di tenere sotto controllo l’emergenza abitativa, accanto a cui dovrà essere costituito un tavolo stabile di concertazione finalizzato ad affrontare in modo sistematico e coerente il tema della casa, la programmazione di politiche adeguate e l’ammodernamento degli alloggi esistenti”.

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