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Per lo scherzo telefonico ai danni di una famiglia cosentina, Roberto Ferrari conduttore della trasmissione “Ciao Belli” di Radio Deejay, è stato assolto per l’accusa di diffamazione e condannato a 400 euro di multa con la pena sospesa e la non menzione per l’accusa di molestie e 3500 euro da pagare in sede civile. La decisione è stata presa ieri dal giudice Marletta di Cosenza dopo aver sentito i vari testi in questione e lo stesso Ferrari, giunto a Cosenza per difendersi.
La procura bruzia aveva infatti citato direttamente a giudizio Roberto Porchera, alias Ferrari, 46 anni di Milano, tra i mattatori della nota emittente nazionale il quale, nella sua trasmissione, prese di mira una famiglia cosentina e presentandosi per telefono come “acquologo” o “sonnologo” aveva effettuato ben 44 telefonate. Una vera e propria persecuzione, hanno sostenuto i componenti della famiglia oggetto delle telefonate.
Inoltre l’audio delle telefonate dopo la messa in onda durante la trasmissione finì anche su Youtube senza bip, e la famiglia in questione si era ritrovata così al centro dell’attenzione. Questa volta senza filtri le risposte esasperate riempite anche di parolacce e minacce in puro dialetto cosentino sono state alla mercè di tutti.
«Siamo stati perseguitati» hanno detto quelli della famiglia. Ferrari ieri invece ha ribadito che «le telefonate erano solo uno scherzo in un programma comico. Nessuna persecuzione cerchiamo i numeri in maniera casuale». Dopo aver sentito gli avvocati delle vittime Matteo Cristiani e Antonio Quintieri, i difensore di Ferrari, Luca Acciardi e Paolo Greco e la richiesta del pm Vittoria Perrone di condanna a nove mesi di reclusione il giudice ha preso la sua decisione. «E’ stato solo uno scherzo non volevo perseguitare nessuno. – ha detto Ferrari – E’ da 1988 che lavoro in radio ed è dal 1996 che conduco Ciao belli (anche ieri in onda una puntata registrata). Nel programma cerchiamo di tutelare la privacy e mettiamo i bip sui nomi e sulle parolacce. E inoltre non ho mai minacciato o ingiuriato qualcuno».
Sulla versione senza filtri finita sui vari motori di ricerca il dj si è detto estraneo «Io controllo quello che va in onda in radio – ha detto al giudice – e quello che carichiamo sul nostro sito che materialmente viene eseguito dai tecnici. Sono caduto dalle nuvole quando ho visto che erano state pubblicate senza bip».

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