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E’ stata rintracciata la donna che sabato sera ha preso il figlioletto di 18 mesi e, senza dire nulla all’ex compagno, padre del piccolo, se lo è portato in Ucraina, a Energodar, città di 55mila anime. La donna è stata contattata per telefono e, dopo aver confermato di trovarsi in quella città, ha detto che a Cosenza non torna più e che il figlio resterà con lei. Il padre naturale è disperato e si è affidato all’avvocato Gianpiero Calabrese, del foro di Cosenza, per far valere i suoi diritti di genitore. Proprio ieri il legale, insieme al collega Saverio Caruso, ha presentato una nuova denuncia presso il tribunale dei Minori di Catanzaro, chiedendo ancora una volta l’affido esclusivo. Alle procure di Cosenza e Roma è stata successivamente formalizzata la richiesta di estradizione della donna e del figlioletto. Informata anche l’Interpol e l’ambasciata italiana, che si sono messi al lavoro per risolvere il difficile caso. Giulia, questo il nome italianizzato della donna, ha raggiunto il suo paese d’origine in pullman sottraendo il figlio al padre, 40enne di Rende, funzionario di Banca, col quale ha avuto una relazione, interrotta consensualmente un anno fa di questi tempi coi giudici del Tribunale dei minorenni di Catanzaro che hanno poi disposto l’affido condiviso.
Il piccolo stava in casa della madre, in viale della Repubblica, col papà che poteva vederlo i fine settimana. Ma tra i due ormai i rapporti non erano più buoni, con la donna che ha iniziato a negare il figlio al funzionario. Lo scorso 30 dicembre, poi, è sparita da Cosenza.
La donna nel parlare col suo ex compagno, al quale ha detto di non voler più tornare a Cosenza: «Lasciami stare – ha più o meno risposto all’esterrefatto funzionario – che tanto tuo figlio non te lo faccio vedere più!».

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