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Debutterà il 6 maggio (con repliche il 7 e l’8 maggio) al Teatro «A. Rendano» di Cosenza l’opera «Telesio», musicata da Franco Battiato, che ne firma anche la regia, su libretto di Manlio Sgalambro, con il quale il cantautore e compositore siciliano ha dato vita ad un lungo sodalizio artistico.
L’opera, commissionata a Battiato dal Comune di Cosenza e dal Teatro «Rendano» ed ispirata alla figura del filosofo cosentino Bernardino Telesio (del quale nel 2009 sono stati celebrati i 500 anni dalla nascita, avvenuta proprio a Cosenza), passerà alla storia come la prima opera totalmente virtuale, in quanto nel concepirla Battiato ha fatto ricorso alla tecnica olografica.
Il risultato è che in scena sia il protagonista (interpretato dall’attore Giulio Brogi), sia i cantanti (il sopranista Paolo Lopez, la serba Divna Ljubojevic e Juri Camisasca, altro collaboratore storico di Battiato), ma anche le scene (di Luca Volpatti), e i danzatori (i giavanesi Achmad Dipoyono e Pandu Perdana cui è da aggiungere la coreografa coreana Sen Hea Ha, allieva di Pina Bausch) saranno in scena solo come ologrammi, presenze cioè virtuali, realizzate grazie alle riprese effettuate, con sofisticatissime attrezzature, nel ridotto del Teatro trasformato in un vero e proprio set. Unico elemento reale, l’Orchestra.
In buca, la «Philharmonìa Mediterranea», diretta da Carlo Boccadoro, uno dei più noti autori di musica contemporanea, ed integrata da Carlo Guaitoli al pianoforte ed Angelo Privitera alle tastiere , mentre il Coro del Teatro «Rendano», diretto da Pasquale Menchise, per l’occasione ribattezzato Coro lirico «Bernardino Telesio», si vedrà sulla scena solo come ologramma. L’impatto si preannuncia di grande suggestione e l’opera alquanto complessa, come ha confermato questa mattina lo stesso Franco Battiato, nella buvette del «Rendano» nel corso della conferenza stampa indetta per presentarla ai giornalisti: «Ora che siamo a metà dell’opera e che stiamo quasi per finire – ha detto Battiato – il risultato è molto forte».
Il cantautore e compositore catanese ha ripercorso le tappe che hanno preceduto la realizzazione dell’opera: «Siamo andati a Londra in uno studio, “Musion”, che è il numero uno al mondo in questo settore e siamo rimasti impressionati dall’idea di avere un cantante e una danzatrice che a un certo punto svaniscono nel nulla. Alle persone in carne ed ossa – ha detto ancora Battiato – sinceramente preferisco gli ologrammi, perchè noi siamo ologrammi. Lo dicevano anche i mistici».
Battiato ha voluto ringraziare i suoi collaboratori storici come l’ingegnere del suono Pino Pischetola, Carlo Guaitoli, Angelo Privitera e Daniele Baldacci, il direttore della fotografia, ma anche i collaboratori cosentini: oltre al maestro del coro Pasquale Menchise, il direttore dell’allestimento scenico Paolo Carbone e tutte le maestranze che hanno fornito il loro prezioso apporto. Battiato sarà, dal vero, nella buca accanto all’Orchestra.
A lui è affidata, musicalmente parlando, l’introduzione caratteriale di Telesio. Un recitar cantando utile a mettere a fuoco la personalità del filosofo cosentino, dipinto nei libri letti su di lui da Battiato, come un tipo tosto, prepotente. «Dissento con tutti quelli che lo hanno definito ateo – sottolinea con forza Franco Battiato -. Ma come si fa con uno che parla sempre di Dio? Telesio parla di Dio con una concezione nuova, anche molto vicina alla nostra. Una personalità sorprendente. Non ci dimentichiamo che ha influenzato Campanella, Galileo Galilei, Giordano Bruno, Francis Bacon!».
A chi gli chiede come potrà reagire il pubblico di fronte alle eventuali arditezze dell’opera, il cantautore risponde così: «se mi curassi delle reazioni del pubblico, farei dei musical che piacciono a chiunque e che considero comunque scadentissimi. Non si può esprimere un lavoro di questo tipo e pensare al pubblico, sarebbe un errore incalcolabile, perchè questa è un’epoca in cui manca la disciplina, l’educazione, il desiderio di cose nuove. Se ci si attende qualcosa, non si imparerà mai niente, si può imparare solo dalle cose che non si conoscono. Cosa faccio di mestiere? Imparo, studio e poi trasmetto».
Alla conferenza stampa di questa mattina ha partecipato anche il direttore artistico del Teatro «Rendano» Antonello Antonante cui si deve l’idea del «Telesio» musicato da Battiato. «Credo che il teatro e in maniera particolare un teatro pubblico come il «Rendano – ha detto Antonante – debba elaborare e studiare dei progetti che possano alimentare la curiosità del pubblico. Se si continuano a proporre, anche nel campo del melodramma, sempre le stesse cose , non daremo nessun contributo all’innovazione. Questo deve essere il nostro compito. Certo, corriamo dei rischi, ma anche chi assiste ad un’opera deve prendere dei rischi e può darsi che vada via insoddisfatto».
L’ultima annotazione della conferenza Battiato la dedica al libretto di Manlio Sgalambro. «L’ho capito un pò in ritardo, perchè quando l’ho letto per la prima volta mi sono trovato in difficoltà ad immaginare una musica su un libretto così singolare e fuori dall’ordinario. Quando ho iniziato a lavorare, però, qualcosa si è aperto miracolosamente, e «Telesio» è diventato il lavoro più interessante che ho scritto, musicalmente parlando».

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