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COSENZA – È sempre magico un tour dall’alto della propria città, lungo i tetti ed i ponti che permettono l’attraversamento dei fiumi e l’unione fra la parte nuova e quella più antica della città di Cosenza. La magia improvvisamente si rompe quando, l’occhio digitale del drone che consente le riprese aeree si posa sul colle Pancrazio, l’altura di Portapiana che ospita l’unico, vero e storico simbolo della città: il Castello Svevo (GUARDA IL VIDEO CON LE RIPRESE DALL’ALTO EFFETTUATE DAL DRONE). L’idea del reportage dall’alto sullo stato di avanzamento dei lavori al Castello è di due cosentini appassionati di fotografia, Domenico Bove e Fabrizio Liuzzi, anche loro impazienti di rivedere aperto il maniero storico simbolo della Città dei Bruzi. Ciò che ne viene fuori è ancora una volta un insieme di immagini, come mostriamo, che non lasciano molto spazio all’immaginazione. 

 
 
Un cantiere a cielo semi aperto, se si prende in considerazione la parte di copertura in tegole che deturpa ancora di più la visuale. I lavori di restauro, ripresi ad ottobre dello scorso anno a seguito di un lungo stop dovuto ad un contenzioso fra Comune e ditta appaltatrice, risultano già da diverso tempo pressoché fermi. Il recupero è costato alle casse pubbliche tre milioni e mezzo di euro, di questi tre milioni finanziati dalla Regione Calabria tramite fondi Por e Cipe, mezzo milione di euro è invece arrivato dalle casse comunali. Quello appaltato dall’amministrazione Occhiuto alla Cooperativa Archeologia di Firenze è un restauro funzionale, che si sarebbe dovuto concludere, dopo diverse proroghe, questa estate. Da una determina del 2012 risulterebbe addirittura che la ditta aggiudicatrice, avrebbe subappaltato ad un’altra azienda, la Newtec di Avellino, la messa in opera e la fornitura di una copertura in metallo e vetri, tipo quella (fra l’altro contestatissima) di piazzetta Toscano nel centro storico per intenderci, lavori e materiale per un totale di 110 mila euro. Di questa futuristica tettoia come si evince dalle foto, non c’è traccia. 
Dalle immagini dall’alto è chiaro che a parte alzare un’impalcatura nella sala delle Armi e gli scavi all’ingresso, nulla è stato fatto. La pavimentazione sul cordolo era già presente, per cui ad oggi il monumento cittadino è solo un cantiere chiuso, le sue torri vengono utilizzate come depositi di materiale edile e l’incuria anche nelle zone limitrofe è imperante. Sempre essere maledeta quest’operazione di restauro del Castello avviata dall’amministrazione a guida Salvatore Perugini e tuttora in corso. I cosentini hanno perso qualsiasi memoria del fascino dell’opera architettonica che un tempo ospitava iniziative culturali e rappresentava l’attrattore turistico per antonomasia. Loro, i turisti, ormai nemmeno ci provano a salire fin qua su. 
Anche perchè per chi non ha mezzi propri diventa arduo arrivare fino alla cima di Portapiana. Da quello che vi mostriamo nel nostro reportage fotografico i tempi della restituzione alla città sono ancora lunghi e non sembra al momento possibile fissare una data certa per la riconsegna del monumento alla città. A sentire chi vicino al castello ci abita o qualche coppietta solita appartarsi in queste zone non si vedono operai da tempo, dunque il cronoprogramma per il recupero del Castello è decisamente saltato, ancora una stagione passerà e bisogna accontentarsi di guardarlo sempre dal basso verso l’alto il custode della città. Per fortuna lui è sempre lì che veglia sulla città, in attesa che i suoi cittadini ritornino.
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