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COSENZA – In tante piazze d’Italia si è dato il via alla “Marcia degli Scalzi”. Anche in Calabria l’iniziativa pro migranti non è mancata con cortei di persone che da Cosenza a Reggio Calabria passando per Crotone, hanno voluto manifestare solidarietà a chi, dal sud del mondo, fugge da guerre ed orrori. A Crotone una delegazione, di cui ha fatto parte un migrante, è stata ricevuta dal Prefetto. A Cosenza moltissime associazioni, sindacati e partiti politici si sono riuniti in piazza XI Settembre per manifestare contro le politiche di accoglienza per gli immigrati.

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In parecchi in piazza hanno presenziato ad un sit-in per chiedere con forza un percorso di cambiamento che permetta a tutti gli uomini e le donne vittime di ingiustizie, dittature, persecuzioni e discriminazioni, di crearsi un nuova vita.Un vero e proprio comitato organizzativo ha risposto all’appello partito da Venezia.

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Nella città veneta è nato infatti il primo corteo di donne e uomini scalzi che ha raggiunto il cuore della Mostra del Cinema sfilando senza scarpe sul red carpet. Ed anche Cosenza ha partecipato attivamente alla marcia degli scalzi, sul proprio red carpet: Corso Mazzini. Il corteo si è spostato da piazza XI Settembre fino a piazza Kennedy per poi ritornare al punto di partenza. Tutto questo per chiedere fermamente la presenza di corridoi umanitari per tutte le vittime di guerre, dittature e catastrofi; l’accoglienza sicura e dignitosa per tutti coloro che vogliano rifugiarsi nel nostro Paese; la chiusura dei luoghi di concentrazione per i migranti; la creazione di un reale sistema di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino.

La revisione delle politiche di accoglienza da parte dell’Europa è ciò che interessa maggiormente ai manifestanti. Non è giusto, dicono, che spesso ci sia un business dietro a quella che dovrebbe essere una semplice e dignitosa accoglienza per persone che rischiano la vita sperando solamente di poterne costruire una nuova.Non è ammissibile, dicono, respingere persone che scappano da ingiustizie. Anzi, aiutarli significherebbe proprio poter combattere con loro quelle ingiustizie, non accettare i soprusi che queste persone sono costrette a subire. Aiutare questa gente potrebbe essere un punto d’inizio per provare a combattere le guerre e costruire la pace, per tentare di eliminare le disuguaglianze economiche provando a distribuire egualmente le ricchezze.Associazioni come Amnesty International, Emergency, Arci, hanno preso parte alla manifestazione, assieme ai sindacati come CGIL e USB ed ai partiti politici.

Il partito della Rifondazione Comunista di Cosenza e Calabria ad esempio ha lanciato per primo l’appello per la manifestazione. Anche il dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria, ha aderito in maniera attiva.Tra i presenti, anche Padre Fedele e parecchi passanti che curiosi, si sono poi uniti alla marcia dopo il sit-in in piazza.“Se questa è Europa” è il titolo dei manifesti che hanno ricoperto Corso Mazzini e dei volantini distribuiti in piazza. Ad accompagnare il titolo, un’immagine forte che da giorni sta facendo il giro del mondo: la foto di un bimbo morto in riva al mare è di certo la rappresentazione di un’Europa che deve cambiare, consentendo a chi mette in pericolo il proprio corpo e quello dei propri figli, di assicurarsi una nuova vita quantomeno dignitosa.

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