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I giudici del Tribunale della Libertà di Catanzaro hanno vagliato le posizioni di Mario Aiello, Giuseppe Pugliese, Massimo Lo Monaco e Ferdinando Mele, accusati di aver abusato sessualmente, in situazioni e tempi diversi (e più specificatamente dal 2003 al dicembre scorso), di un giovane cosentino, ora ventiseienne, affetto da lievi disturbi mentali. I loro avvocati avevano chiesto la scarcerazione o la concessione di una misura meno afflittiva, come gli arresti domiciliari. L’operazione “Orchi”, fu eseguita lo scorso 5 aprile dai carabinieri di Cosenza Principale, agli ordini del luogotenente Cosimo Saponangelo, a seguito di una denuncia presentata dalla stessa vittima. Quel giorno furono tratte in arresto tredici persone con l’accusa di aver indotto la giovane vittima “a subire e/o a compiere atti sessuali, in particolare rapporti anali, orali” e – in alcuni casi – anche sadomaso. Una brutta e squallida vicenda con alcuni degli indagati che, in sede di interrogatorio di garanzia, hanno ammesso i rapporti, precisando però che erano consenzienti. Da parte sua la vittima ha detto di essere stata costretta a subire quegli abusi. In alcuni casi sarebbe stato ricompensato, in altri costretto con la violenza. Nell’ordinanza di “Orchi” il gip Lucia Angela Marletta scrisse, tra le altre cose, che «ricorre il pericolo concreto che gli indagati, se lasciati liberi, si adoperino affinchè la persona offesa ritratti le sue dichiarazioni, ovvero ridimensioni la gravità dei fatti denunciati, anche tenuto conto del contesto ambientale in cui sono state commesse le condotte illecite, poste in essere anche da parte di persone vicine ai familiari del giovane». Dello stesso avviso il Tdl, che ieri ha respinto le prime quattro richieste di scarcerazione. Interrogato dal gip, Mario Aiello, 70 anni, difeso dall’avvocato Osvaldo Alessandro Rocca, negò ogni cosa, dicendo, anzi, che cercò di mettere il giovane sulla buona strada. Massimo Lo Monaco, 39 anni, e Giuseppe Pugliese, 49, difesi dall’avvocato Amalia Falcone, ammisero di aver avuto rapporti sessuali con Antonio. Entrambi dissero che il giovane era consenziente. Ammise i rapporti pure Ferdinando Mele, 55 anni, difeso dall’avvocato Luigi Bonofiglio. Intese però precisare che era la presunta vittima a cercarlo e che i rapporti erano consenzienti. Le altre posizioni saranno vagliate la settimana prossima.

I giudici del tribunale della Libertà di Catanzaro hanno vagliato le posizioni di Mario Aiello, Giuseppe Pugliese, Massimo Lo Monaco e Ferdinando Mele, accusati di aver abusato sessualmente, in situazioni e tempi diversi (e più specificatamente dal 2003 al dicembre scorso), di un giovane cosentino, ora ventiseienne, affetto da lievi disturbi mentali. I loro avvocati avevano chiesto la scarcerazione o la concessione di una misura meno afflittiva, come gli arresti domiciliari. L’operazione “Orchi”, fu eseguita lo scorso 5 aprile dai carabinieri di Cosenza Principale, agli ordini del luogotenente Cosimo Saponangelo, a seguito di una denuncia presentata dalla stessa vittima. Quel giorno furono tratte in arresto tredici persone con l’accusa di aver indotto la giovane vittima “a subire e/o a compiere atti sessuali, in particolare rapporti anali, orali” e – in alcuni casi – anche sadomaso. Una brutta e squallida vicenda con alcuni degli indagati che, in sede di interrogatorio di garanzia, hanno ammesso i rapporti, precisando però che erano consenzienti. Da parte sua la vittima ha detto di essere stata costretta a subire quegli abusi. In alcuni casi sarebbe stato ricompensato, in altri costretto con la violenza. Nell’ordinanza di “Orchi” il gip Lucia Angela Marletta scrisse, tra le altre cose, che «ricorre il pericolo concreto che gli indagati, se lasciati liberi, si adoperino affinchè la persona offesa ritratti le sue dichiarazioni, ovvero ridimensioni la gravità dei fatti denunciati, anche tenuto conto del contesto ambientale in cui sono state commesse le condotte illecite, poste in essere anche da parte di persone vicine ai familiari del giovane». Dello stesso avviso il Tdl, che ieri ha respinto le prime quattro richieste di scarcerazione. Interrogato dal gip, Mario Aiello, 70 anni, difeso dall’avvocato Osvaldo Alessandro Rocca, negò ogni cosa, dicendo, anzi, che cercò di mettere il giovane sulla buona strada. Massimo Lo Monaco, 39 anni, e Giuseppe Pugliese, 49, difesi dall’avvocato Amalia Falcone, ammisero di aver avuto rapporti sessuali con Antonio. Entrambi dissero che il giovane era consenziente. Ammise i rapporti pure Ferdinando Mele, 55 anni, difeso dall’avvocato Luigi Bonofiglio. Intese però precisare che era la presunta vittima a cercarlo e che i rapporti erano consenzienti. Le altre posizioni saranno vagliate la settimana prossima.

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