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«Esistono sostanze che agevolano la violenza sessuale»: queste le parole del professore Gioacchino Calapai, specialista in Farmacologia e direttore della Scuola di specializzazione in Tossicologia medica presso l’Università degli studi di Messina, cui il 18 maggio scorso il tribunale ordinario di Cosenza, presieduto dal giudice Antonia Gallo, aveva posto una serie di quesiti in merito alla violenza (una delle cinque) che la sostiene di aver subito all’interno dell’Oasi Francescana da padre Fedele e Antonio Gaudio, attuali imputati, e da una terza persona non identificata. Il professore ha depositato la sua perizia in questi giorni e proprio questa mattina sarà sentito in aula. La violenza in questione è datata 4 aprile del 2005. La religiosa in sede di denuncia riferì che fu costretta a ingoiare una pillola: «La testa – disse – andava, però il corpo non mi diceva più quello che dovevo fare». Suor T. aggiunse di aver sentito qualcuno che le diceva di togliersi i vestiti e che contemporaneamente la riprendeva con una cinepresa e una macchina fotografica durante l’abuso.
«In genere – ha scritto Calapai nella sua perizia – questi farmaci rendono il soggetto passivo, non cosciente o parzialmente cosciente, ma reattivo, con poca o nessuna memoria di quanto accade mentre il farmaco è attivo. Causano anche disinibizione, spesso favorendo atteggiamenti sessualmente incoraggianti». A detta sempre del professore Calapai «il farmaco che più di altri si avvicina all’identikit della sostanza che potrebbe essere stata usata è lo Zolpidem, nome scientifico di un farmaco oggi considerato equivalente (il brevetto è scaduto nel 2007) ma che era in commercio nel 2005, anno a cui risalgono i fatti raccontati, con i nomi commerciali Stilnox, Nottem, Niotal». Si tratta di un farmaco utilizzato per il trattamento dell’insonnia e ha avuto una grande diffusione in Italia a partire dagli anni 90. La suora dice di essere stata costretta a prendere, il 29 giugno del 2005, quando cioè stava per andarsene definitivamente da Cosenza, un’altra pillola, con padre Fedele e Gaudio che avrebbero cercato di farla buttare dall’ultimo piano dell’Oasi «perché sapeva troppo e aveva visto troppo». Oggi, dunque, parola al perito anche se è prevista la replica della difesa che come proprio esperto ha nominato il professore Giacinto Bagetta, professore ordinario di Farmacologia dell’Unical.

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