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 Cosenza, 31 gen. – Un danno erariale di quasi 700 mila euro nei confronti dei componenti del management pro tempore dell’azienda sanitaria provinciale di Cosenza è stato segnalato dalla Guardia di Finanza al termine di un’attività investigativa a tutela della spesa pubblica nel comparto sanitario condotta nell’ambito di indagini delegate dal Procuratore capo della Repubblica presso il tribunale della città, Dario Granieri. Il danno erariale accertato dai finanzieri, secdondo quanto reso noto, sarebbe scaturito dalle modalità con cui l’azienda sanitaria, tra il 2008 ed il 2011, ha conferito nomine dirigenziali, erogando in maniera indebita le relative indennità di funzione e conferendo incarichi legali a professionisti esterni. 
Le nomine, in particolare, sarebbero state formalizzate senza la preventiva autorizzazione regionale o in quanto non previste nella pianta organica dell’ente, eludendo le disposizioni della legge regionale n. 9/2007 emanata proprio – si fa rilevare – per avere contezza delle misure finalizzate all’attuazione del “piano di rientro” in materia sanitaria. Le responsabilità accertate, riassunte in una dettagliata informativa, sono ora al vaglio del procuratore regionale della Corte dei Conti per la Calabria. 

COSENZA – Un danno erariale di quasi 700 mila euro nei confronti dei componenti del management pro tempore dell’azienda sanitaria provinciale di Cosenza è stato segnalato dalla Guardia di Finanza al termine di un’attività investigativa a tutela della spesa pubblica nel comparto sanitario condotta nell’ambito di indagini delegate dal Procuratore capo della Repubblica presso il tribunale della città, Dario Granieri. Il danno erariale accertato dai finanzieri, secdondo quanto reso noto, sarebbe scaturito dalle modalità con cui l’azienda sanitaria, tra il 2008 ed il 2011, ha conferito nomine dirigenziali, erogando in maniera indebita le relative indennità di funzione e conferendo incarichi legali a professionisti esterni. Le nomine, in particolare, sarebbero state formalizzate senza la preventiva autorizzazione regionale o in quanto non previste nella pianta organica dell’ente, eludendo le disposizioni della legge regionale n. 9/2007 emanata proprio – si fa rilevare – per avere contezza delle misure finalizzate all’attuazione del “piano di rientro” in materia sanitaria. Le responsabilità accertate, riassunte in una dettagliata informativa, sono ora al vaglio del procuratore regionale della Corte dei Conti per la Calabria. 

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