X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

I carabinieri di Cosenza hanno trovato in casa di un insospettabile 30enne, incensurato, sposato, con un figlio, che abitava in affitto (700 euro al mese) su viale della Repubblica, una pistola 8 millimetri a salve, 220 grammi di marijuana, 15 grammi di hashish, lampade e teli per la coltivazione dell’erba. E un “pizzino”, un foglio di carta con sopra scritti nomi e grammi. Un appunto che testimonierebbe l’attività di spaccio e che potrebbe aprire nuove piste d’indagine.
Il trentenne aveva messo su un laboratorio per la coltivazione e lo spaccio di marijuana e hashish. Una attività che avrebbe portato facendosi “scudo” anche con la pistola a salve. Un arma di libera vendita, spiegano gli investigatori del Comando provinciale dei carabinieri, e a salve, ma che è del tutto simile alle regolari pistola d’ordinanza proprio dei militari. In cella, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, è finito Francesco Paolo Calandrino, di 30 anni di Cosenza. L’uomo nella mattinata di ieri è stato sottoposto a perquisizione domiciliare. In casa i carabinieri hanno rinvenuto la prima parte delle sostanze. In un armadio della sua abitazione è stato rinvenuto un pezzo di hashish dal peso di 15 grammi, un bigliettino con un elenco di nomi con accostati diverse grammature e la pistola a salve. Nella tasca di un abito nell’armadio, inoltre, sono stati rinvenuti centinaia di semini di marijuana. A questo punto i carabinieri hanno preso in consegna le chiavi che hanno rinvenuto in casa. Da qui sono risaliti a una soffitta posta nello stesso palazzo e che era in uso all’uomo. All’interno del sottotetto il resto del rinvenimento. Sono saltati fuori 220 grammi di marijuana già essiccata e pronta al consumo, alcuni coltelli, materiale per il confezionamento dello stupefacente, tre teli neri e un faro allo iodio e quattro vasi pieni di terriccio. Proprio il rinvenimento dei teloni e del faro, oggetti che si utilizzano per far crescita ed essiccare la marijuana, fanno ritenere che la soffitta venisse utilizzata come un vero e proprio laboratorio. Francesco Paolo Candrino, è stato quindi accompagnato nella caserma dei carabinieri per le procedure di rito. Dopo la foto-segnalazione il 30enne è stato accompagnato nel carcere “Cosmai” di Cosenza.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE