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POTENZA – È stata rinviata a martedì la discussione in consiglio comunale del nuovo piano di esercizio del trasporto pubblico urbano. Quattordici i voti favorevoli alla mozione di rinvio presentata dal consigliere Cannizzaro, nove i contrari, un astenuto: il sindaco Dario De Luca. Il rinvio è stato chiesto e votato per meglio approfondire la questione e salvaguardare i lavoratori a rischio con il nuovo piano trasporti, soprattutto in vista del nuovo assetto politico amministrativo. Lunedì, infatti, il sindaco ha annunciato la costituzione della nuova giunta.
È questa l’unica novità rispetto alle ragioni del già precedente rinvio della discussione sul piano trasporti lunedì scorso, deciso sempre per meglio capire se possono esserci margini di miglioramento del piano rispetto alle risorse a oggi disponibili. Difficile credere che fino a martedì, giorno indicato come possibile data per ridiscutere il piano, possano esserci cambiamenti sostanziali. Per i cittadini, in particolare per alcuni rappresentanti dei comitati di quartiere ieri presenti alla seduta, «è una vergogna, una presa in giro. Siamo delusi e amareggiati – dice Giovanni Caggiano, presidente del Comitato di quartiere di Rossellino e coordinatore dei presidenti dei comitati di quartiere della città – È un tema così scottante quello dei trasporti che nessuno vuole prendersi responsabilità». La sensazione dei cittadini e di alcuni lavoratori è che l’importanza del servizio venga strumentalizzato dalla politica per giungere a propri accordi.
In effetti del problema del taglio al personale Cotrab – consorzio che gestisce tutt’oggi il servizio con una proroga di circa due settimane dalla scadenza del contratto di servizio il 2 febbraio scorso, giusto il tempo necessario per la negoziazione con lo stesso consorzio o con un altro gestore – e delle eventuali difficoltà dovute a un taglio chilometrico su gomma pari al 50 per cento, se ne parla già da un paio di mesi.
Secondo quanto riferito dall’assessore comunale alla mobilità Bellettieri ieri in consiglio, inoltre, il nuovo piano è stato redatto in 20 giorni. Poiché con un atto in autotutela a metà novembre scorso la giunta ha rigettato il piano vigente, cominciando già ad abbozzare il nuovo, non si spiegano i tempi intercorsi fino alla prima decade di febbraio, pur considerando l’approvazione in giunta, le vacanze di Natale e l’arrivo del piano in VI Commissione.
Commissione che, sempre secondo quanto dichiarato da Bellettieri, ha dedicato ben 19 sedute al piano trasporti. Eppure, ciò nonostante, a oggi ci si prende ancora tempo per ragionare. Sull’esito della seduta di ieri, esprimono delusione anche i sindacati. Afferma Bruno Bevilacqua, segretario generale Filt Cgil: «Salvaguardare tutti i posti di lavoro è la nostra priorità, anche se risulta un po’ difficile crederlo con i tagli previsti. Questa deve essere la priorità anche del consiglio comunale insieme al fattore economico e alla soddisfazione dell’utente. Solo così il rinvio ha un senso». Donato Colangelo, segretario generale Faisa Cisal rimarca l’aspetto puramente di convenienza: «È solo una questione di comodo dal punto di vista politico, anche perché fino al giorno prima hanno detto che altra soluzione non c’è a fronte delle risorse comunali a diposizione. C’è quindi poco da valutare». Il tutto mentre Cotrab continua ad agire indisturbata nella gestione dell’organico: «I lavoratori delle scale mobili di S.Lucia sono costretti alle ferie forzate nonostante tra di loro ci sia chi ha la patente per condurre gli autobus e nonostante la presenza di circa 15 internali». Non solo. «Alcuni degli addetti alle scale mobili di S.Lucia sono stati trasferiti a via Armellini e viceversa una settimana prima della chiusura del ponte, portando ancora avanti in questo momento delicato quel clientelismo tipico dell’azienda». Un po’ più morbido è Carlo Costa, segretario generale Fit Cisl: «La decisione del consiglio – dice – è saggia perché il trasporto pubblico locale non può essere considerato un costo e una spesa da eliminare in ragione di un dissesto che invece deve vedere sindacati e politica uniti in una razionalizzazione della spesa amministrativa che non si abbatti come scure sui lavoratori. La speranza è che la politica possa rimettere insieme i pezzi per un ragionamento più ampio che parta dai lavoratori».

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