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Con l’obiettivo di raggiungere «oltre diecimila firme» (ne bastano duemila) in Basilicata comincerà nei prossimi giorni la raccolta per sostenere una proposta di legge di iniziativa popolare sul reddito minimo garantito.

Questa mattina a, a Potenza, i promotori della campagna (che non ha sigle politiche e sindacali) hanno spiegato che «si parte dal presupposto di garantire, in maniera universale, senza liste, nè bandi, nè graduatorie, a tutti gli occupati, inoccupati, lavoratori precari e senza retribuzione, una base reddituale di circa settemila euro all’anno (583 mensili), pari a quello che rappresenta la soglia di povertà per le zone del Mezzogiorno». La proposta prevede anche un incentivo per chi assume persone aventi diritto al reddito minimo garantito: «Per un anno – hanno sottolineato due dei promotori, Antonio Califano e Paolo Pesacane – l’equivalente della quota del reddito verrà riconosciuta al datore di lavoro che assume nel rispetto dei contratti nazionali o a chi intraprende un’attività autonoma».

Inoltre è prevista una somma aggiuntiva di mille euro all’anno per ogni figlio «e fino al terzo, fino al compimento dei 18 anni». I fondi per il reddito minimo garantito «dovranno arrivare – hanno aggiunto – dalla ricontrattazione delle royalties per i giacimenti di petrolio già esistenti. Noi tutti siamo contrari a nuove concessioni e a nuove estrazioni e pensiamo che questo reddito possa rappresentare una compensazione per i disastri ambientali e una pratica di buona politica in una regione in cui è ormai arrivata al 50 per cento la percentuale di giovani disoccupati». Nell’articolato di legge è anche scritto che sarà istituito «un apposito fondo regionale».

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