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POTENZA – Ambulanze che viaggiano senza controllo, debiti inspiegabili, zero volontari e registri scomparsi. Il primo scandalo era esploso a Venosa, ma è rimasto nascosto. Anche se nel giro di poco tempo sarebbero arrivate le dimissioni del commissario locale, del provinciale e del regionale della Croce rossa. Poi è toccato a Melfi, dove a gestire tutto era la moglie del commissario regionale dimissionario. Ma prima che toccasse anche a Rionero ci sono state le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali. Così l’ex commissario è tornato in sella, forte di un consenso che secondo i carabinieri sarebbe stato “dopato” da strane manovre nei seggi e nella composizione delle liste dei votanti.
E’ un caso che parte da lontano quello che è venuto alla luce di recente con le visite degli investigatori nella sede regionale della Croce rossa, i sospetti di brogli e le ipotesi di peculato.
Parte da una denuncia, e ripercorre all’indietro una serie di segnalazioni contenute in una fitta corrispondenza interna che ha portato allo scioglimento del comitato di Melfi da parte del commissario straordinario il 3 settembre del 2012. Proprio alla vigilia delle consultazioni che in Basilicata hanno riportato alla guida dell’associazione Ferdinando Moscariello, melfitano che condivide l’impegno nell’associazione con moglie e figlia.
Nel carteggio si parla di un debito di 16mila euro a fine 2010, e dell’impossibilità di controllare i fogli di viaggio delle ambulanze in carico al comitato. E ancora di «comprovata inattività protratta da oltre un anno» e dell’inesistenza di un registro inventario. Dati anche contrastanti tra loro, perché è difficile giustificare i costi senza che siano registrati i servizi svolti, la benzina consumata, e le cifre esigue raggiunte dai contachilometri dei mezzi. A meno che le ambulanze non montino motori da Formula 1.
Il risultato è che a gennaio del 2012 risultavano «zero» soci attivi tra gli ex volontari del soccorso, ovvero soci con diritto di voto. Ma nel giro di un anno il loro numero sarebbe lievitato in maniera clamorosa fino all’exploit elettorale conclusosi con l’elezione di Moscariello ai vertici regionali della Cri.
Proprio la questione dei volontari “fantasma” è finita di recente nel mirino dei carabinieri, che nei mesi scorsi avevano già acquisito le liste elettorali.
Il sospetto è che nei mesi precedenti alle consultazioni le liste elettorali siano state “gonfiate” iscrivendo come soci attivi, quindi con diritto di voto, dei semplici soci ordinari. Anche quelli che da mesi non prestavano più servizio come volontari. Ma sarebbero stati ben disposti a rispolverare la tessera per esprimersi nella maniera “giusta”.
Al netto dei voti che sarebbero stati aggiunti per conto di persone che hanno smentito di essere andate al seggio.
A riguardo sono state centinaia le persone sentite dagli investigatori. Ma dalla sede regionale della Croce rossa assicurano che «tutti hanno confermato che le operazioni si sono svolte in maniera regolare».

l.amato@luedi.it

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