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Ci sono i nomi degli indagati per la morte di Rita Gessica Spina (in foto insieme al suo compagno), che il prossimo primo marzo avrebbe compiuto 19 anni ma che lo scorso 20 gennaio è morta in ospedale, dopo aver dato alla luce, due giorni prima, il piccolo Antonio. Si tratta di medici dei reparti di ginecologia e rianimazione del San Giovanni di Dio e di un’ostetrica. Per tutti l’accusa è di omicidio colposo.
I medici indagati sono gli anestesisti e rianimatori Armando Mammone, di 59 anni; Salvatore Oliverio, di 60 anni; Fulvio Tancioni, di 62 anni(primario) tutti di Crotone. Ancora, Cinzia Federici, 39 anni, di Cariati; Corrado Chiaravalloti, di 35 anni; i ginecologi Giuseppe Garofalo, di 63 anni (primario), Domenico Galea, di 53 anni (tutti di Crotone); Franco Rodio, di 57 anni, di Cutro, Luigi Ammirati, di Castelsilano, di 60 anni, Francesco De Fazio, di 59 anni, di Crotone, l’ostetrica Patrizia Dattoli, 40 anni, di Crotone.
Ieri gli agenti della Squadra Mobile della Questura, su incarico del procuratore Raffaele Mazzotta, che ha assunto la direzione delle indagini, e del pm Enrico Colagreco, che lo affianca, hanno notificato agli indagati gli avvisi di garanzia poiché i loro difensori hanno la facoltà di assistere all’autopsia prevista per domani sul marmo dell’obitorio di Crotone. L’incarico al medico legale Pietrantonio Ricci che dovrà eseguire l’esame verrà conferito domani, alle 12, negli uffici della Procura.
Intanto, sabato scorso, gli uomini del vicequestore Cataldo Pignataro hanno acquisito ulteriore documentazione dopo aver risentito la madre della vittima, che poche ore dopo il decesso aveva formalizzato una denuncia querela. Secondo il suo racconto, la gravidanza sarebbe stata regolare.
A seguire la giovane, che subito dopo il decesso pesava circa 130 chili, è stato il primario di ginecologia, Garofalo. Fino allo scorso martedì, un giorno prima di partorire, Gessica frequentava con assiduità la quinta classe (sezione “B”) del liceo socio-biologico “Gravina”. L’ultima visita presso lo studio del ginecologo risale a due settimane fa.
Il primario riferì ai familiari di Gessica di una leggera dilatazione dell’utero che era «nella norma», data la vicinanza della data del parto, prevista per il prossimo 6 febbraio. Ma i dolori sono iniziati lo scorso 18 gennaio. Per cui è stato fatto un taglio cesareo. «Un medico – ha raccontato la denunciante agli inquirenti – mi informava che aveva avuto un parto violento e che i postumi sarebbero stati difficili anche dal punto di vista psicologico». Ancora dolori, e calmanti, fra cui la morfina. Difficoltà ad urinare e flebo. Nel catetere più sangue che urina. Ma i medici «continuavano a dire che era tutto normale». Nella notte tra il 18 e il 19 gennaio via vai di infermieri ma le condizioni erano sempre critiche. Alle 13,30 del 19 il quadro è precipitato e Gessica è stata trasportata in rianimazione. Coma farmacologico. I medici del nuovo reparto parlavano di condizioni «estremamente disperate» e affermavano che lì è giunta «troppo tardi». Pare che in serata ci sia stato un arresto cardiaco e che la ragazza sia stata trattata. Il mattino dopo, alle 7, è sopraggiunta la morte della giovane madre.

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