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CROTONE – Il presunto boss della ‘ndrangheta Nicolino Grande Aracri, 54 anni, è stato arrestato dai carabinieri del Comando provinciale di Crotone insieme ad altre cinque persone con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Grande Aracri, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe preteso un milione e mezzo di euro dai proprietari del villaggio turistico Porto Kaleo, di Cutro (Crotone). La tentata estorsione, accompagnata da minacce, è stata scoperta dai carabinieri e ammessa poi dai proprietari del villaggio. Secondo quanto ricostruito l’estorsione si sarebbe dovuta concretizzare a seguito di una violenta minaccia alla famiglia Rettura-Notarianni, imprenditori del settore turistico-alberghiero, a cui Nicolino Grande Aracri avrebbe fatto intendere che erano pronti a distruggere il bene in caso di mancato pagamento. La tentata estorsione risale all’estate scorsa, quando l’imprenditrice vittima ha ricevuto la visita del boss in persona, scortato da cinque fedelissimi guardaspalle, dotati di apparecchiature anti intercettazione, che pretendeva il pagamento di un milione e mezzo di euro. L’imprenditrice è stata poi avvertita che se non avesse pagato ci sarebbero state «gravissime conseguenze» sia per lei che per i figli.

Gli altri arrestati sono Michele Diletto (27 anni), Francesco Lamanna (52 anni), Salvatore Diletto (23 anni), Salvatore Gerace (44 anni) e Alfonso Pietro Saverio (58 anni) quest’ultimo dipendente comunale. Inoltre c’è una settima persona coivolta ma non arrestata. P. B. di Isola Capo Rizzuto è indagato con l’accusa di riciclaggio perché secondo gli inquirenti si sarebbe dovuto occupare di reinvestire i soldi dell’estorsione. L’uomo sarebbe l’ex compagno dell’imprenditrice vittima di una tentata estorsione da parte del boss Grande Aracri è indagato. L’uomo, che in passato aveva svolto l’attività di pilota automobilistico, avrebbe riciclato, secondo l’accusa, ingenti somme di denaro del boss.

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