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METTERE i soldi sotto il mattone. Quante volte abbiamo ascoltato la storiella, raccontataci dai nostri nonni, di quando per essere sicuri dei propri risparmi si infilava tutto sotto le mattonelle di casa.

Metaforicamente la frase indica, ai giorni nostri, soprattutto la necessità di non fidarsi di nessuno e di tenere la propria situazione economica, specie quella frutto dei propri sacrifici e dei propri risparmi, sotto il proprio controllo.

Lo avrà pensato anche la signora Franca Lombardi, nipote diretta di Lucia Cosentino, 104 anni, arzilla vecchietta originaria della Basilicata, e vissuta in una casa di proprietà a Matera per tanti anni. La cui storia merita di essere raccontata.

Il legame della nipote di nonna Lucia con la Basilicata è tornato forte in occasione dell’impegno per una serie di lavori di ristrutturazione in una casa degli avi nella città dei Sassi

La donna che vive  fuori dalla Basilicata,  durante la ristrutturazione della casa  ha ritrovato sotto la pavimentazione dell’abitazione un involucro contenente alcuni vecchi ricordi di famiglia, tra i quali un buono postale del 1938 del valore nominale di lire 100.

La curiosità di sapere se a distanza di ben 75 anni quel buono fosse innanzitutto stimabile come valore e poi anche rimborsabile, ha spinto la signora a chiedere la consulenza di alcuni esperti del settore.

«Il titolo è stato fatto stimare da un nostro consulente contabile ed è risultato un valore monetario attuale, tra interessi, rivalutazione e capitalizzazione, per circa 75 anni di giacenza nelle casse dello Stato di 35 mila euro. Il calcolo è stato  effettuato dal 09 settembre 1938 al 28 giugno 2013», hanno riferito i responsabili dell’Associazione per la Giustizia in Italia (Agitalia – agitalia@virgilio.it), il cui ufficio legale ha ricevuto il mandato dalla famiglia per ottenere il rimborso dei soldi, assolutamente possibile.

Si è venuto a sapere che erano obbligati in solido alla restituzione della cifra, tanto il Ministero delle Finanze, quanto Poste Italiane. Obbligati in solido ad onorare anche i debiti esistenti prima dell’avvento della Repubblica Italiana.

L’iter burocratico per la restituzione della somma maggiorata con tutti gli emolumenti di legge ha avuto inizio nel mese di giugno, contemporaneamente alla procedura di mediazione tornata obbligatoria a seguito delle recenti riforme normative.

Qualche giorno fa è stato raggiunto un accordo transattivo con il Ministero dell’Economia e Poste italiane che corrisponderanno all’anziana donna, a saldo e definizione totale della questione, la somma di  diecimila euro.

Probabilmente poteva anche raggiungersi una somma maggiore ma, tra cavilli burocratici e inevitabili lungaggini che si sarebbero dovute sopportare, pur sempre di un bel regalo inaspettato si è trattato e la famiglia ha deciso di accontentarsi così. Morale della favola, oltre a non spaventarsi di fronte a  libretti bancari o dei buoni postali scaduti, è che i soldi conservati sotto il mattone, davvero, portano frutti: non è più una leggenda.

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