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ECCO dieci parole legate ad altrettanti volti emergenti, fatti e profezie semiserie, ma anche auguri. Senza badare né alle traiettorie della politica e del Palazzo né ai dati – allarmanti, more solito – di Svimez o ai masterplan annunciati e più o meno attuati. Soprattutto, senza lanciarci in previsioni davvero insondabili, vedi il rimpasto di giunta a Potenza (leggere le due pagine precedenti per credere) e i ritocchini nell’esecutivo regionale: sarebbe più facile prevedere l’arrivo del treno a Matera…

#ALIANO
Senza un finanziamento adeguato e magari non necessariamente legato alle royalty del petrolio, niente Luna e i Calanchi: così l’estate scorsa il paesologo Franco Arminio salutava i tanti ospiti di Aliano. Ora che siamo entrati nel 2016 è lecito chiedersi che ne sarà del festival che fa pulsare i luoghi leviani del “Cristo si è fermato a Eboli”. Come leggerete, già in questo primo hashtag c’è molto di quello che la Basilicata racconta di sé: #cultura e #petrolio su tutto.

#BRAND
E’ il concetto stesso di brand – esploso un anno fa con la designazione di Matera Capitale – a poter ridisegnare una regione piena di bellezze di cui essa stessa sembra poco consapevole, bellezze con cui comunque può e deve mostrarsi: il paesaggio, il #gusto e i piccoli borghi che possono raccontare un’altra Basilicata. Un esempio? Francis Ford Coppola a Bernalda. Un paesino sconosciuto al mondo legato indissolubilmente a uno dei maestri assoluti della cinematografia planetaria. Il trionfo del glocal.

#CULTURA
Ma non c’è soltanto la Capitale europea nella Basilicata della produzione e fruizione di cultura. La Magna Graecia è una risorsa che va oltre la definizione – per restare al concetto di #brand – del distretto legato al megaprogetto che mobiliterà risorse e dispenserà nomine. Ma per adesso rimaniamo a Matera prendendo in prestito le parole di Simonetta Sciandivasci (Linkiesta, 22 dicembre): «La Matera progredita, che ha tirato a lucido i Sassi trasformandoli in un presepe rassicurante che ne archivia la drammaticità per far trionfare la bellezza (tutta inventata: i Sassi non sono mai stati belli, solo disturbanti: lì sta, anzi stava, la loro potenza) oggi fa di Pasolini il simbolo della transizione da vergogna nazionale a capitale europea (proprio lui che in quella vergogna voleva che la città restasse) in una pettegola mistificazione intellettuale, perdonabile a un villaggio Alpitour e non a una capitale della cultura, intenzionata a ribaltare il Sud per capitalizzarne le riserve, la decelerazione, l’alternativa. Pasolini, di Matera, amava la povertà che Matera ha debellato, rinascendo romantica, smagliante e guadagnandosi gli wow del mondo». E ancora «presidi slow food, grotte trasformate in alberghi chic (talmente esosi che i turisti vanno a dormire in Puglia), B&B in cui si assiepa l’occupazione giovanile. Ah, a (s)proposito, le librerie sono tre, una scolastica, una sbadigliante e un’altra costretta a sloggiare dal centro storico, dove semper est bibendum. Di cultura qualche ombra, ma ogni cosa è illuminata da panorami indimenticabili: al Sud, in fondo, basta questo». Troppo nichilista? Il dibattito è aperto.

#EUROPEI
Restiamo in un certo senso in tema Europa, ma da un’altra angolazione. Il bomber metapontino Zaza ha chiuso l’anno col doppio primato del primo gol di un lucano con la Juventus e in Champions, ma lo aspettano gli Europei. La speranza di e per Simone è vederlo giocare qualche minuto in più in questo 2016: tanto appena entra segna. Il resto verrà da solo.

#GUSTO
Non solo crusco. Quest’anno è arrivata la consacrazione del panettone di Vincenzo Tiri, premiato per il secondo anno consecutivo da GazzaGolosa, e si racconta di una produzione che sotto Natale quasi non ha retto l’urto della domanda. Quello della ditta di Acerenza, che l’anno prossimo compie 60 anni, è un caso di scuola alla voce (ri)crescita, un po’ com’è accaduto per la Lego – la richiesta di mattoncini ha obbligato quest’anno l’azienda danese ai doppi turni: roba che neanche la Fca di Melfi… – o nel 1987 per la casa discografica Cgd: dipendenti in cassa integrazione riassunti dopo il successo di “Si può dare di più” a Sanremo.

#LIBRI
È stato l’anno di Gaetano Cappelli (“Scambi, equivoci eppiù torbidi inganni”) e Giuseppe Lupo (“L’albero di stanze”), editi entrambi da Marsilio, ma anche del romanzo “Il gioco delle caste” dell’ex segretario radicale Giovanni Negri, fascinosa trama sul potere nell’Italia 2015 ispirata al serial tv “House of Cards” e ambientata in una Basilicata neanche tanto da fiction. Ma sarà l’anno dei piccoli e piace augurare il meglio a Universosud, che dopo aver pubblicato, qualche giorno fa, “La città svelata” (racconto a più voci su Potenza) potrebbe fare il grande salto con un’intervista realizzata da Fhilippe Jaccottet ad Ungaretti, un testo edito in Francia per i tipi di Gallimard ma inedito in Italia.

#PETROLIO
Perché se dici Basilicata dici petrolio, prima ancora che Matera, Aglianico e peperoni cruschi. Croce (paura per i danni ad ambiente e salute) e delizia (le royalty che foraggiano l’università, per dirne una). Ha fatto meno rumore del reportage su Panorama di due settimane fa e, negli stessi giorni, della pagina sul Corriere delle Sera questo articolo apparso su ilfattoquotidiano.it il 30 dicembre a proposito dell’emergenza fiammate al Centro Oli di Viggiano: «Vado a vedere cosa dice l’Eni e mi imbatto in un bellissimo articolo pubblicato il 24 agosto 2015 dall’Eni stessa per il suo pubblico anglosassone e che parla della Basilicata. L’articolo è rigorosamente in inglese, compare sul sito web aziendale e ha questo titolo: “Inside the Texas of Italy”. L’autore è Marco Bardazzi, il communications director dell’Eni. E’ nella sezione “education”: insomma, la Basilicata è il Texas d’Italia, parola di Eni. Lo leggo. Altro che education. L’articolo è uno di quelli che prenderebbe dieci nella sezione “propaganda”. E se ci dovesse essere un sottotitolo sarebbe “propaganda contadina”. Si apre tutto con immagini bucoliche, e con la domanda “vedete voi qui i pozzi dipetrolio?” E infatti non si vedono» (Maria Rita D’Orsogna).

#RITI
La Basilicata è la terra dei riti arborei ma niente come il rito collettivo del Capodanno in tv unisce e più spesso divide, com’è accaduto quest’anno. Archiviate le polemiche e le battute da social, puntuale come le prenotazioni del panettone più buono d’Italia tornerà il concertone in tv da Matera (l’accordo tra Rai e Regione Basilicata prevede la diretta fino al 2019). Suggerimenti: sincronizzate meglio l’orologio e fate più attenzione agli sms, dopodiché comunque vada sarà un successo, giusto per usare un altro refrain nazionalpopolare.

#TALENTI
Christian Sarcuni, materano, ha trent’anni ed ha appena venduto alla holding tedesca (e mondiale) Rocket Internet la sua startup PizzaBo (prenotazioni online) per 51 milioni di euro. Il suo sogno? «Farò un’altra startup. E mi piacerebbe aiutare i più giovani, vorrei diventare un angel investor», un bell’esempio in questi tempi di scarsa umiltà, egoismo e corsa al guadagno facile. Ma nel 2015 ha fatto parlare di sé anche Silvio Giordano: la stampa nazionale, così com’è accaduto per Sarcuni, ha parlato dell’artista potentino che a settembre aveva pensato di esporre a Pavia in una collettiva dedicata agli abusi sui minori un Piccolo principe brutalizzato dalla volpe del romanzo-cult di Saint-Exupéry; dopo le polemiche per il linguaggio forte con cui il quadro intendeva denunciare la violenza sui bimbi, quell’opera è sparita. A Christian e Silvio auguriamo un altro anno di successi e soddisfazioni.

#TRASPORTI
Con gli Swing di Trenitalia appena planati sulle tratte regionali è arrivata l’illusione di un servizio ferroviario all’altezza della regione che abbiamo fin qui tratteggiato attraverso le sue eccellenze e contraddizioni. Chiudiamo con un dubbio sollevato il 24 dicembre da Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera sotto forma di invito a Renzi, interrogato sul fatto «Se per andare a Potenza o a Nuoro invece di un comodo elicottero ha mai preso un treno». Il problema è trovarlo, un treno adeguato, e sperare che rispetti le coincidenze. Buon 2016.

e.furia@luedi.it

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