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«NON TIRARSI indietro in questo particolare momento storico in cui tutto sembra non favorire i nostri territori».

Lo ha detto a chiare lettere Fausto Santangelo, delegato regionale dell’Azione cattolica nella sua introduzione ai lavori dell’assemblea dell’associazione.

Un’assemblea dove si è discusso di problemi reali e concreti che attanagliano il nostro territorio, ma anche di prospettive future, di “speranza” perchè, ha continuato Santangelo: «dobbiamo incarnare la fede nel contesto sociale e politico in cui siamo chiamati ad operare o per dirla con Giorgio La Pira siamo quelli che viaggiano con il Vangelo in una mano e il giornale nell’altra”.

Da qui l’idea di non coinvolgere solo la dimensione “cattolica”. Ma allargare gli orizzonti coinvolgendo studiosi e istituzioni locali.

Ne è uscito fuori un confronto a tutto campo sul tema “Basilicata” sulle sue fragilità e incongruenze, ma anche sul suo futuro così carico di incognite. Ed è proprio in questo contesto che si è interrogata l’associazione ecclesiale.

Quale può essere il contributo che i cattolici possono dare in una regione «dove la speranza sembra affievolirsi?»

Il professor Giuseppe Notarstefano dell’Università di Palermo, ha dato delle coordinate in cui muoversi e soprattutto ha lanciato delle sfide a cui ogni cattolico è chiamato.

«Prima di tutto – ha detto – avere uno slancio missionario e gioioso andando alla ricerca di nuove forme di dialogo con la società che ci circonda”. Per Notarstefano c’è una prospettiva su cui tendere: “è la scelta dei poveri e cioè metterli al centro del cammino della Chiesa. La marginalità, intesa proprio come la proiezione verso il più debole, è un punto di vista privilegiato sul mondo».

Se il professor Notarstefano ha parlato del contributo che i cattolici possono dare al Mezzogiorno tenendo presente anche il magistero di Papa Francesco, al governatore Marcello Pittella, sollecitato dalle domande del giornalista Edmondo Soave, è toccato scendere nei problemi che attanagliano la Basilicata.

All’inizio del confronto non poteva certo mancare il riferimento agli ultimi accadimenti che, suo malgrado lo hanno visto protagonista.

«Il ritrovamento della cimice – ha detto riferendosi alla scoperta di un registratore nella sala della giunta – è il segno dell’imbarbarimento della società. Siamo in una fase di passaggio assai delicata il che acuisce questo aspetto. Ci affidiamo agli inquirenti per scoprire cosa c’è dietro. Come politica, invece, siamo chiamati a produrre atti per il bene dei cittadini».

Ma dopo la regressione sulla “spy story” nel palazzo della Regione, il dibattito si è concentrato sugli argomenti già annunciati alla vigilia dell’assemblea: petrolio, infrastrutture, mezzogiorno, occupazione e ambiente.

Temi di stringente attualità al quale il presidente non si è sottratto. Sulle estrazione in Val D’Agri, il suo pensiero è chiaro: «Il petrolio è un’opportunità per l’intera regione. Certo – ha aggiunto – va rivisto l’approccio con le compagnie petrolifere. Io penso che dobbiamo irrobustire i controlli sia sul suolo, ma anche sulla salute dei cittadini di quelle zone. Come? Attraverso un’autority ambientale autonoma rispetto alle compagnie petrolifere».

A proposito di ambiente, allargando il discorso anche alla questione rifiuti e Fenice, Pittella ha aggiunto: «l’Aia va rilasciata, perchè è uno strumento di garanzia a tutela dei cittadini in cui vengono rafforzati i compiti e i doveri della società nei confronti del territorio».

La Basilicata non è solo petrolio con le sue luci e le sue ombre. Tra gli atavici problemi della regione, un posto di tutto rispetto lo occupano la carenza di infrastrutture.

Il governatore ha parlato di agenda digitale, ma anche di un piano generale per le infrastrutture.

«In settimana a Roma incontrerò i tecnici del ministero e il presidente dell’Anas per siglare una intesa istituzionale. Sulla carta il primo lotto  della Potenza-Melfi e l’intera Tito-Brienza. 400 milioni di euro sono già nella nostra disponibilità. Ma il piano riguarda buona parte della viabilità regionale: dalla Murgia-Pollino, l’adeguamento della Saurina, il completamento della Bradanica. L’incontro di Roma sarà il punto zero per le infrastrutture. Siamo pronti – ha concluso – a risponderne ai cittadini da qui a un anno». Nelle ultime settimane si è fatto un gran parlare anche di macroregioni.

Tema assai caro a Pittella. «Nel Mezzogiorno c’è un vuoto che dobbiamo colmare. Come Basilicata possiamo fare la voce grossa perchè abbiamo gli strumenti e le intelligenze per emergere. Questo non significa fare annessioni, ma bisogna dialogare. Per questo – ha aggiunto – ho scritto ai colleghi delle regioni vicine per incontrarci a fine giugno a Villa Nitti a Maratea. L’obiettivo è discutere perchè, dal mio punto di vista esiste – ha concluso – un Sud che può essere unito su proposte comuni».

Nel dibattito si è parlato di disoccupazione, famiglia e degli strumenti che la Regione sta mettendo in campo per venire incontro alle esigenze lavorative in particolare dei giovani. Al momento tutti questi programmi sono solo sulla carta.

E’ intenzione del Presidente mettersi in viaggio «con Matera 2019» tra i paesi della Regione e spiegare nelle piazze la sua idea di Basilicata. Intanto bisogna tener conto della realtà dei paesi lucani. A darne l’idea è l’arcivescovo Agostino Superbo che, nelle sue conclusioni (leggere box in alto) ha parlato di «fatica» e di «salute tutt’altro che buona» per la regione in cui «ognuno ha una parte di responsabilità».

Un richiamo non solo alla politica, ma soprattutto ai cattolici che devono recuperare quella «creatività e fiducia» che «può davvero dare speranza alla nostra amata Basilicata».

g.rosa@luedi.it

 

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