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Il materiale è stato intercettato nella serata di ieri al Centro meccanografico di Poste Italiane di Lamezia Terme; si tratta di un volantino a firma del “Movimento Armati proletari” contenente dieci buste con proiettili per il presidente del Consiglio Monti, per l’ex premier Berlusconi, per i ministri Elsa Fornero e Corrado passera, e ancora rivolte a Pier Luigi Bersani, Pier Ferdinando Casini, ed ai direttori dei quotidiani «Corriere della Sera», «La Repubblica», «Il Tempo», «La Padania» e «Libero». Per tutti, ingiurie e minacce: «rivedrete la manovra o ve la faremo pagare».
La Procura della repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme, a seguito della vicenda ha aperto un’inchiesta; l’ipotesi di reato è di minacce aggravate dalla finalità terroristica. Nelle missive, che non risultano affrancate e non recano l’indicazione del mittente, si fa riferimento alle misure economiche varate dal governo con particolare riferimento alla riforma delle pensioni ed al mercato del lavoro. L’inchiesta è comunque destinata ad essere trasferita alla Dda di Catanzaro, competente sui reati legati ad atti di terrorismo. Sulla vicenda indaga la Digos del capoluogo.
Le buste contenevano proiettili di vario calibro: al premier Mario Monti un proiettile calibro 9; a Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani calibro 7.65, al ministro del Welfare Elsa Fornero calibro 9.21.
Plichi con un proiettile calibro 12 sono stati inviate a Pierferdinando Casini e ai direttori Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera), Ezio Mauro (La Repubblica), Maurizio Belpietro (Libero), Leonardo Boriano (La Padania), Lamberto Sechi (Il Tempo).

LE MINACCE
«Ve la faremo pagare a tutti. Vi colpiremo e sarà una guerra all’ultimo sangue». È una delle frasi contenute nel volantino del Movimento Armato Proletario contenuto nelle buste con proiettili intercettate a Lamezia Terme con minacce a politici e giornalisti. «Vi faremo maledire – è scritto ancora – queste misure col sangue. Non dovrete più dormire sonni tranquilli. Il piombo non manca e adesso arriva anche il tritolo dagli amici arabi».
«La finanziaria è pronta – prosegue ancora il testo – come è pronto il loro funerale. Ci vedremo a Roma. Non siamo contro le forze dell’ordine però se c’è qualcuno che vuole fare l’eroe pensi prima alla sua famiglia. È una lotta giusta e coerente contro i poteri forti a difesa della povera gente. Le misure prese per colpire sempre i più deboli non devono esser approvare se no con modifiche radicali a difendere quel poco che le fasce deboli hanno. Ma vi rendete conto che colpite gli operai con le loro famiglie che sono già sul lastrico».
Le indagini condotte dalla polizia postale che ha effettuato i primi accertamenti sono dirette dal pm Maria Alessandra Ruberto e coordinate dal procuratore di Lamezia Terme Salvatore Vitello che in passato, quando lavorava in altre procure, ha svolto inchieste in materia di antiterrorismo.

IL PROCURATORE LOMBARDO: “INDAGHEREMO”
Anche il procuratore della Dda Vincenzo Lombardo è intervenuto a seguito della vicenda: «Ora indagheremo per capire la serietà di queste minacce e da dove provengono, almeno dal punto di vista dei luoghi se non dalla identificazione delle persone».
«Speriamo – ha aggiunto Lombardo – di ottenere dei risultati e speriamo che non ci sia un collegamento con il resto di minacce similari ma di altro tipo e natura che sono state in questi giorni eseguite in varie città d’Italia, soprattutto contro Equitalia e ministri della Repubblica. In Calabria episodi di questa natura sono i primi, però qui abbiamo avuto altre manifestazioni di terrorismo, se questa può essere considerata di terrorismo, come a Cosenza e anche altrove».

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