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LA GoPro, una biciclettina pieghevole e la voglia di conoscere il Sud. Più che altro una curiosità fortissima. «Io non lo conosco, davvero», dice Guido Morandini, toscano, regista Rai che da quasi un mese sta documentando il suo viaggio atipico da Roma a Matera. Sono le sue ferie. «Non uso mezzi a motore, mi sposto a piedi o in bici lungo le strade antiche, i vecchi tratturi, le linee ferroviarie dismesse». Sopra i ponti ma anche sotto, una volta “dentro” come nel Musmeci. Qualche volta in treno, ma esclusivamente a velocità tutt’altro che alte. Spesso a piedi, con tanto di bastone da rabdomante. Per imbattersi nelle transumanze alle porte di Roma e in quelle della Basilicata ancestrale. Ecco il regio tratturo verso Lavello. Un cagnolino che lo scorta nei pressi di Rapolla. E poi gli «attraversamenti nella modernità lucana» (il Basento è presente in absentia nel passaggio dentro la pancia del ponte potentino o sul ponticello di Ferrandina), persino una visione metropolitana a confronto tra Roma e Potenza: nell’obiettivo di Morandini, i palazzi del capoluogo decontestualizzati ricordano certe architetture capitoline.

È partito da casa sua, sulla Prenestina. «È  la strada che guarda a est». Morandini, cognome che sa di cinema – ma «non sono parente» del celebre critico – e una vita passata a filmare, è arrivato da Capua a Benevento e poi, prima di immettersi sulla Via Micaelica (quella che conduce a Monte Sant’Angelo nel Gargano, meta del pellegrinaggio dei devoti dell’arcangelo Michele) è approdato sulla Appia. Ma il suo non vuole essere un viaggio alla Rumiz: «Conosco Paolo e lo stimo, ma la mia idea è diversa – racconta – e cioè fare una prima lettura delle infrastrutture di ieri e di oggi, che sono lo scheletro di un Paese. Mi faccio da parte, è una lettura intima e personale. Il mio lavoro è tracciare delle geografie fisiche, vissute, per stratificazione»: il Gps descrive un movimento che è anche dell’anima. «Sto approntando una grande mappa. È in progress perché devo tenere conto di tanti imprevisti: oggi ad esempio pioverà e dovrò arrangiarmi». L’approccio è sentimentale ma mai distaccato.  

Morandini sta registrando la presenza antropica e le reazioni davanti al viaggiatore. Ha battuto il regio tratturo Pescasseroli-Candela, terzo, per ordine di lunghezza, dell’Italia meridionale. Una tappa a Melfi e poi a Castellaneta, lungo un altro tratturo dalle caratteristiche uniche: unisce tre ferrovie, due delle quali dismesse. Da Ferrandina – dove si trovava ieri, in direzione Metaponto passando per la pista “Mattei” di Pisticci – approderà a Matera. Tra le emozioni più forti senza dubbio il passaggio a piedi nella galleria della nuova linea ferroviaria (fantasma) che porta, o meglio porterebbe, alla Capitale europea 2019. «A un certo punto mi sono fermato: c’era troppo buio».

Suggestioni che saranno rese pubbliche domenica 29 con Andrea Rolando a Tu non conosci il Sud: «Andando lungo le vie storiche e i cammini, i fiumi e i canali, seguendo il flusso dell’acqua o guardando il paesaggio dagli argini e dalle alzaie, dalle valli o dai crinali dei monti; percorrendo le sponde delle infrastrutture, che siano naturali o artificiali, i luoghi di interfaccia e di scambio con il paesaggio producono spazi e confini inattesi, per disegnare una nuova geografia d’Italia», ha scritto ieri l’ingegnere del Politecnico di Milano, che con Morandini percorrerà l’ultimo tratto della linea-fantasma.

Il regista ha anche una casa sul Po e ama viaggiare in barca, ma questa terra lo ha rapito: «Anzitutto la Basilicata è pulita, io vivo a Roma… Mi rimarranno tre episodi: in un bar di Ferrandina, infreddolito, chiedo un caffè con la correzione di grappa, alla cassa non me la fanno pagare. Sempre a Ferrandina, devo comprare poche arance, la cassetta non riesco a portarla: il contadino me ne regala 4; tempo fa una scena simile nel nord Italia, ma lì mi dissero “o tutta la cassetta o niente”. Oggi a Pisticci nell’alimentari di Annamaria, lì da 50 anni, un Orazio che mi fa assaggiare i fichi di Miglionico: è così che si promuove un territorio. Infine la grande disponibilità e una ricettività ottima nel rapporto qualità-prezzo: a Potenza ho dormito in un posto raffinato, dagli standard davvero europei. Ecco, questo è il biglietto da visita del Sud. Io non lo conosco ma spero di capirne qualcosa per restituirlo sotto forma di documentario».

e.furia@luedi.it

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