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UN TRAGUARDO storico nell’ambito di un percorso di crescita che oggi porta la città a concorrere per diventare capitale della cultura nel 2019. Così Matera ha celebrato ieri i vent’anni (la ricorrenza sarà il prossimo 9 dicembre) dall’ingresso tra i siti Unesco.

«Rischiavamo di non entrarvi perchè i tecnici e gli esperti pernsavano che i Sassi dovessero rimanere un museo da fotografare e non modificare, una condizione che ritenevo inaccettabile» ricorda Saverio Acito che allora era sindaco della città e che condusse in prima persona la battaglia per l’ingresso di Matera tra i siti Unesco. «Noi eravamo obbligati dalla legge 771 a valorizzare il patrimonio disponibile, quella legge è stata certamente uno dei passaggi più importanti per la storia della città insieme alla visita del Papa. Fondamentale è stato credere e gestire i programmi biennali per il recupero dei Sassi. Con impegno abbiamo fatto ragionare la commissione che non era possibile gestire un museo di quella dimensioni e soprattutto che quell’oltraggio che loro ricordavano non poteva essere gestito. Si doveva recuperare e non conservare quel patrimonio». «Oggi opportunamente si è legata questa celebrazione all’obiettivo dell’ingresso della short list per il 2019, oggi si avvia una nuova frontiera della politica. Io ricordo che il 2019 è stato lo slogan della mia ultima campagna elettorale comunale. Il segno che l’obiettivo era concreto e ci avevamo visto giusto. E’ stato opportuno legare quelle celebrazioni al momento odierno».

A sottolineare anche la crescita del mondo politico in questo senso ci pensa l’avvocato Raffaello De Ruggieri che ricorda: «c’è stato un percorso di rasserenamento perchè prima la comunità non era ancora in una situazione di tensione armonica e ci sono state grosse polemiche interpretate come fattori politici, oggi invece il Consiglio comunale si è espresso unanimemente, è un trionfo, un’armonia corale della città. Quella di vent’anni fa fu comunque una tappa straordinaria  di una battaglia che ho iniziato fin dal 1959».

«Fu  un avvenimento storico per la città», ha detto dal canto suo il sindaco Adduce, «ma anche per il Paese, per il Mezzogiorno e per l’Unesco. Infatti, Matera fu il sesto sito italiano in ordine cronologico a essere iscritto nell’elenco, il primo del Sud Italia e per la prima volta l’Unesco utilizzò nei criteri e nelle motivazioni il concetto di “paesaggio culturale” che venne utilizzato successivamente per motivare la iscrizione di altri prestigiosi siti nel mondo. Ecco perché quella data rimarrà nella storia della nostra città e nella storia della cultura mondiale. E quel risultato costituì l’approdo di un lunghissimo viaggio, di un lunghissimo cammino, quello lento, lentissimo che l’uomo aveva percorso nei secoli e nei millenni e quello più rapido che la civiltà dell’uomo aveva compiuto negli ultimi 50 anni». A trovare parole che esemplificano il percorso di crescita ed il riconoscimento ottenuto è il presidente del Consiglio regionale uscente Vincenzo Santochirico che ricorda come la città è passata «da vergogna nazionale a patrimonio nazionale, è un valore positivo in sè che la città ha acquisito con quel risultato. E si vede chiaramente come da quel momento la città ha cominciato a parlare al mondo sino ad arrivare oggi a porsi l’obiettivo della capitale europea della cultura. La Regione Basilicata può offrire un grande contributo, non solo sostenendo la candidatura di Matera a capitale europea della cultura 2019, come sta facendo, ma dandosi nuovi strumenti di tutela e valorizzazione del paesaggio, come il Piano strutturale paesaggistico già avviato nel 2009, nonché l’approvazione di importanti leggi, come quelle sulle attività e sui beni culturali, già elaborate nella scorsa legislatura».

Nell’ambito delle iniziative che verranno promosse il prossimo anno verso l’obiettivo del 2019 c’è anche quella della sede Rai di Basilicata che con il suo direttore Fausto Taverniti ha confermato l’appuntamento di «informazione ambientale» promosso e previsto nel 2014.

p.quarto@luedi.it

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