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PER avere chiare le diverse tipologie di strutture che assistono gli immigrati regolari, basta fare un “salto” sul portale del ministero dell’Interno, dove vengono indicate tre categorie:
CENTRI DI ACCOGLIENZA (Cda).Destinati a garantire un primo soccorso allo straniero rintracciato in Italia. L’accoglienza è limitata strettamente al tempo necessario per stabilire l’identità e la legittimità della sua permanenza o per disporne l’allontanamento. Sono attivi in Italia 5 di questi centri.
CENTRI ACCOGLIENZA RICHIEDENTI ASILO (Cara). Strutture dove viene ospitato per un periodo variabile di 20 o 35 giorni lo straniero richiedente asilo privo di documenti di riconoscimento o che si è sottratto al controllo di frontiera, per consentire l’identificazione o la definizione della procedura di riconoscimento dello status di rifugiato.
CENTRI DI IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE (CIE). Così denominati con decreto legge 23 maggio 2008, n. 92, sono gli ex ‘”Centri di permanenza temporanea ed assistenza”: strutture destinate al trattenimento, convalidato dal giudice di pace, degli stranieri extracomunitari irregolari e destinati all’espulsione. Tali centri si propongono di evitare la dispersione degli immigrati irregolari sul territorio e di consentire la materiale esecuzione, da parte delle Forze dell’ordine, dei provvedimenti di espulsione emessi nei confronti degli irregolari. La legge n. 129/2011, proroga  il termine massimo di permanenza in tali centri dai 180 giorni (previsti dalla legge n. 94/2009) a 18 mesi.
IN più esiste un’altra tipologia di servizio d’accoglienza. Si tratta del cosiddetto SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), un programma nazionale d’asilo creato nel 2001 dal Ministero dell’Interno, l’Associazione nazionale dei comuni italiani  e l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, istituzionalizzato poi dalla legge n.189/2002. Lo SPRAR è costituito dalla rete degli enti locali che accedono al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. A livello territoriale gli enti locali, con il prezioso supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di “accoglienza integrata” che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico.

SONO diverse diverse tipologie di strutture che assistono gli immigrati regolari. il ministero dell’Interno, INDICA tre categorie:
CENTRI DI ACCOGLIENZA (Cda) – Destinati a garantire un primo soccorso allo straniero rintracciato in Italia. L’accoglienza è limitata strettamente al tempo necessario per stabilire l’identità e la legittimità della sua permanenza o per disporne l’allontanamento. Sono attivi in Italia 5 di questi centri.
CENTRI ACCOGLIENZA RICHIEDENTI ASILO (Cara) – Strutture dove viene ospitato per un periodo variabile di 20 o 35 giorni lo straniero richiedente asilo privo di documenti di riconoscimento o che si è sottratto al controllo di frontiera, per consentire l’identificazione o la definizione della procedura di riconoscimento dello status di rifugiato.
CENTRI DI IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE (CIE) – Così denominati con decreto legge 23 maggio 2008, n. 92, sono gli ex ‘”Centri di permanenza temporanea ed assistenza”: strutture destinate al trattenimento, convalidato dal giudice di pace, degli stranieri extracomunitari irregolari e destinati all’espulsione. Tali centri si propongono di evitare la dispersione degli immigrati irregolari sul territorio e di consentire la materiale esecuzione, da parte delle Forze dell’ordine, dei provvedimenti di espulsione emessi nei confronti degli irregolari. La legge n. 129/2011, proroga  il termine massimo di permanenza in tali centri dai 180 giorni (previsti dalla legge n. 94/2009) a 18 mesi.

In più esiste un’altra tipologia di servizio d’accoglienza. Si tratta del cosiddetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), un programma nazionale d’asilo creato nel 2001 dal Ministero dell’Interno, l’Associazione nazionale dei comuni italiani  e l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, istituzionalizzato poi dalla legge n.189/2002. Lo Sprar è costituito dalla rete degli enti locali che accedono al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. A livello territoriale gli enti locali, con il prezioso supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di “accoglienza integrata” che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico.

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