X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

POTENZA – E poi c’è la musica, quella che ha riempito la piazza fino a sera inoltrata. Dopo la manifestazione e il dibattito c’è stato tempo giusto per riprendere un po’ di fiato prima di vedere sul palco le anime musicali di questa terra. Ma da quello stesso palco sono volati gli attacchi nei confronti dei sindacati, colpevoli di aver preferito l’incontro con il ministro piuttosto che la piazza. Un gesto che li rende automaticamente colpevoli di seguire una sola strada, quella delle trivelle. Eppure proprio la Cgil a margine dell’incontro ha diffuso un comunicato stampa a firma del segretario Alessandro Genovesi che specifica come «l’incontro con il Ministro Guidi e il Presidente Pittella è stata un’importante occasione per ribadire le nostre richieste e proposte dentro un perimetro chiaro ed irrinunciabile: si ragiona delle estrazioni autorizzate non di altro».

Ma i sindacati non sono stati gli unici, dal palco sono volate accuse anche ai sindaci, gli stessi che ripetono da tempo che c’è una certa emergenza ambientale in Basilicata, ma che, come il caso del pozzo Pergola 1 di Marsico Nuovo, dimostrano di avere più facce, una delle quali molto attratta dall’eventuale ritorno economico incassato dalle royalties. Non ci sono istituzioni vere e proprie, non ci sono partiti politici oltre Sel, il Pcl, il Movimento 5 Stelle e Radicali. Stavolta non si polemizza neanche sulla questione legata ai sostegni elettorali. Si è lì per valutare e confrontarsi su tutto ciò che riguarda sfruttamento del territorio.

C’è Maurizio Tritto che parla a quel pugno di manifestanti rimasti sotto il sole cocente subito dopo pranzo e ricorda il progetto «dell’ecomostro» della Teknosolar, una centrale che brucerà anche gas metano. Altragricoltura che insiste sul fatto che «il petrolio è di tutti e noi guardiamo allo sviluppo in direzione dell’ambiente». E poi ancora No Triv che spiega quanto può essere insostenibile la filiera del petrolio andando ad individuare caso per caso quanto raccontano i cittadini. Anche Maurizio Bolognetti, megafono in mano, ricorda che negli stessi rapporti redatti dalla regione nel 2008 si faceva riferimento al rischio ambientale dovuto alle estrazioni.

Tutte cose che gli ambientalisti si raccontano e trasmettono pubblicamente da anni. Altro aspetto è la quasi totale assenza del mondo cattolico, salvo due scout in divisa che stoicamente affrontano il primo vero caldo di Potenza. Quello che ci va giù pesante è Giuseppe Di bello, che su facebook sembra non apprezzare Pittella ma neanche il tono della manifestazione. «Il modo di operare dei dittatori… Il popolo ignorato… E nel palazzo gli affari … Di contorno le persone che protestano fanno per loro solo colore… Niente di più». Come dire che alla fine la partecipazione si è limitata esclusivamente a chi milita dietro le bandiere esposte.

E poi c’è il concerto su un palco tappezzato di striscioni, uno di questi recita: “Guidi membro della commissione trilaterale dei Rockeffeler” (sic). Il concerto lo hanno portato avanti  Nero & Dj Last Letter, Jake Moody, Danilo&Giò / Ukulele Revolver, Effetti Collaterali e i noti Basiliski Roots. La musica si schiera, lo dice anche Francesco Nero producer e rapper potentino che da poco ha sfornato il suo secondo album “Segni del Tempo”. Per lui partecipare alla manifestazione è comunque un segno di continuità rispetto a quanto fatto fino ad oggi. «Mi hanno chiamato come artista lucano – dice –  per rappresentare quanto si sta facendo oggi in questa piazza, anche perché tempo addietro, in occasione della manifestazione “Mo’ Basta” facemmo un pezzo assieme ai Ragazzi di Via Agliè, Krikka Reggae e Vocincapitolo che si chiama “Mo’ Basta”. Era un pezzo contro lo sfruttamento selvaggio del territorio. Non sarò parte attiva del movimento, ma è giusto partecipare».

v. p.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE