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POTENZA – Il Tribunale fallimentare di Potenza ha affidato a tre professionisti l’amministrazione controllata de “La Ronda”.
Toccherà ora all’avvocato Giuseppe Ciliberti e ai commercialisti Alessio Bonura e ad Alberto Di Bisceglie, già commisario giudiziario dopo la scoperta dell’ammanco di 7 milioni di euro dal caveau dell’istituto di vigilanza.
Ammanco, ricordiamo, che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Pier Giulio Petrone , titolare de “La Ronda” e di altre undici persone tra cui Giovambattista Volini, legale rappresentate della cooperativa “Sesamo”.
Per i 12 l’accusa è di associazione a delinquere, appropriazione indebita e falso.
Lo scorso 24 dicembre oltre alla notifica degli avvisi di garazia gli agenti della Squadra Mobile e quelli della Guardia di finanza sequestrarono anche il sequestro delle quote delle due società, La Ronda e Sesamo (in liquidazione). Società affidate poi al commissario giudiziario Alberto Di Bisceglie.
E toccherà ora a Di Bisceglie, Ciliberti e Bonura mettere mano al buco da 7 milioni di euro ma soprattutto ai 24 di debiti per l’Iva non pagata da “La Ronda”.
Per sostituti procuratori Gerardo Salvia e Francesco Basentini – titolari dell’inchiesta sull’ammanco – Petrone e Volini in più occasioni avrebbero ordinato il prelievo di «ingenti somme di denaro» dai depositi degli istituti di credito convenzionati – alcuni istituti di credito e Poste italiane – oltre alla falsificazione delle «riepilogative giornaliere» sulle movimentazioni di denaro in entrata e uscita al netto dei «prelievi indebiti fatti».
Complici di Petrone e Volini anche 3 dipendenti della Ronda con mansioni amministrative e tra addetti al caveau che essendo «in possesso – come si legge negli avvisi di garanzia – delle combinazioni delle cassaforti e degli armadi corazzati», avrebbero sottratto materialmente il denaro e 4 operatori di supporto della “sala conta”.
L’inchiesta giudiziaria ha purtroppo coinvolto i circa 300 dipendenti dell’istituto di vigilanza. Dipendenti che avanzano ancora alcune mensilità arretrate. Per non parlare poi dei 44 che sono in esubero e che rischiano il licenziamento. I sindacati sperano che l’amministrazione controllata possa essere uno spiraglio per salvare l’istituto.

al.g.
a.giammaria@luedi.it

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