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Roma, 12 nov. – Via libera ai referendum contro la soppressione di circa mille uffici giudiziari minori prevista dalla riforma della geografia giudiziaria. Lo ha deciso l’ufficio centrale dei referendum presso la Corte di Cassazione, che ha dichiarato ammissibile il quesito presentato da nove consigli regionali il 30 settembre scorso, con cui si chiede di abrogare la legge entrata in vigore il 13 settembre. La parola ora passerà alla Consulta, che dovrà vagliare la costituzionalità del quesito. (AGI)
(AGI) – Roma, 12 nov. – Il referendum contro la nuova geografia giudiziaria è il primo, nella storia repubblicana, che viene proposto attraverso l’iniziativa delle Regioni. L’articolo 75 della Costituzione prevede infatti che proposte di referendum possono essere presentate con 500mila sottoscrizioni raccolte tra i cittadini, oppure su istanza di almeno 5 Consigli regionali. A rivolgersi alla Cassazione erano stati, a seguito di apposite delibere, i Consigli regionali di Puglia, Calabria, Basilicata, Friuli, Piemonte, Abruzzo, Liguria, Campania e Marche.

ROMA – La Corte di Cassazione ha dato il via libera ai referendum chiesti contro la soppressione di circa mille uffici giudiziari minori prevista dalla riforma della geografia giudiziaria approvata nel corso del 2012 e che dovrebbe andare progressivamente a regime nel corso dei prossimi mesi. L’ufficio centrale dei referendum ha dichiarato ammissibile il quesito presentato da nove consigli regionali il 30 settembre scorso, con cui si chiede di abrogare la legge entrata in vigore il 13 settembre. Superato il primo scogli attinenti l’ammissibilità formata adesso la parola passa alla Corte Costituzionale che dovrà esaminare il quesito proposto per vagliarne la costituzionalità. Il referendum in questione contro la nuova geografia giudiziaria è il primo, nella storia repubblicana, che viene proposto attraverso l’iniziativa diretta da parte delle Regioni. L’articolo 75 della Costituzione prevede, infatti, che proposte di referendum possono essere presentate con 500mila sottoscrizioni raccolte tra i cittadini, oppure su istanza di almeno 5 Consigli regionali. Per quanto riguarda il taglio dei tribunali a rivolgersi alla Cassazione erano stati, a seguito di apposite delibere assunte dei rispettivi consigli regionali, Puglia, Calabria, Basilicata, Friuli, Piemonte, Abruzzo, Liguria, Campania e Marche.

Per quanto concerne la Calabria in ballo c’è la seda giudiziarie di Rossano la cui chiusura era slittata di due anni rispetto al termine ordinario per consentire il disbrigo delle pratiche pendenti.
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